Lo scorso mese di novembre, Google ha acquisito Fitbit per una somma (stimata) di 2,1 miliardi di dollari. L’obiettivo dell’azienda di Mountain View è incrementare la diffusione di Wear OS, sfruttando le competenze del noto produttore di fitness tracker e smartwatch. Prima dell’approvazione definita dell’operazione, l’antitrust europea vuole verificare se esistono possibili limitazioni della concorrenza.
Google-Fitbit: monopolio e privacy
Anticipando le ovvie preoccupazioni dei difensori della privacy, Google ha sottolineato nel comunicato dell’acquisizione che garantirà la massima trasparenza sulla raccolta e l’uso dei dati (che non saranno venduti a nessuno). Inoltre quelli relativi alla salute delle persone non verranno utilizzati per le inserzioni pubblicitarie.
Qualche giorno fa, circa 20 associazioni che proteggono i diritti dei consumatori hanno chiesto alle autorità dei rispettivi paesi di valutare attentamente eventuali conseguenze per la privacy e la concorrenza, in quanto Google potrebbe sfruttare i dati raccolti da Fitbit per rafforzare la sua posizione dominante in alcuni mercati, come quello dell’advertising online. Allo stesso tempo, Google potrebbe ottenere un vantaggio sulla concorrenza nel settore dei dispositivi indossabili.
In realtà appare piuttosto improbabile il blocco dell’acquisizione, dato che né Google né Fitbit hanno un market share elevato. Il “monopolio” è attualmente nelle mani di Apple. In ogni caso, l’antitrust europea ha inviato un questionario di 60 pagine ai rivali di Google per chiedere, ad esempio, se l’acquisizione potrebbe rafforzare il suo dominio nel mercato della ricerca e della pubblicità, avere ripercussioni sulle altre app pubblicate sul Play Store o se Google potrebbe interrompere la fornitura di Wear OS ad altri produttori.
La decisione dell’antitrust, attesa per il 20 luglio, prevede tre opzioni: approvare l’acquisizione, chiedere ulteriori chiarimenti a Google oppure avviare un’indagine più approfondita di quattro mesi.