- Nasci, cresci e posta è un libro che prende in prestito, parafrasandolo, il titolo di un famoso libro (o di un famoso film, dipende dai punti di vista), ma nel farlo in realtà trova la chiave di lettura perfetta per questo bel saggio scritto a quattro mani da Simone Cosimi e da Alberto Rossetti.
Che cosa hanno in comune Facebook, Twitter, Snapchat e Instagram? Il numero 13… un numero che, se accostato al venerdì, negli Stati Uniti porta sfortuna ma che per questi social rappresenta la soglia di ingresso per i propri utenti. A 13 anni infatti chiunque può avere accesso a questo social network, aprire un profilo e poter utilizzare tutti i servizi, compresi quelli di messaggistica istantanea.
Nasci, cresci e posta si presenta al lettore come una rassegna ma anche come un’agile guida utile a capire, ad esempio, le policy – cioè le regole – che sovrintendono la presenza dei bambini e degli adolescenti sulle piattaforme digitali. Nel libro viene raccontato tutto il processo di costruzione dell’identità nel mondo digitale contemporaneo, illustrando come i bambini e gli adolescenti utilizzino i social network per puntellare il proprio sviluppo ed è qualcosa di incredibilmente interessante da scoprire e da leggere sia per vostra cultura sia se, ovviamente, siete genitori di figli nativi digitali.
L’attenzione è rivolta verso tutte le nuove piattaforme di aggregazione social che se da una parte rappresentano una miniera di opportunità dall’altra parte possono essere la porta di ingresso verso un inferno digitale da cui fuoriescono effetti collaterali importanti: dal cyberbullismo all’ipersuggestione fino alla sovrapposizione assoluta fra dispositivo e social, strumento e social.
Nel libro i due autori passano anche in rassegna alcune delle principali piattaforme espressamente pensate per i bambini, sottolineandone i meccanismi di funzionamento e i possibili punti deboli. La tesi che accompagna tutte le pagine è che i minori sono il bersaglio quasi prevalente e più ambito dalla maggior parte di queste piattaforme e gli strumenti per difenderne la presenza online sono pressoché assenti anzi, per dirla “peggio” sono deludenti.
Che fare allora per difendersi? Leggere e informarsi (partendo ad esempio da questo libro) e poi che regni – come sempre dovrebbe essere – il buon senso. Non lasciare il bambino da solo mentre usa certe piattaforme e cercare di contenere, per quanto difficile, un approccio precoce ad alcune particolari funzioni… si legga alla voce chat e poi… E poi occorre sperare che la natività digitale possa dare anche un’innata capacità di difendersi dalle barbarie del web che forse noi, non-nativi, non abbiamo e che con difficoltà pian piano ci stiamo conquistando.
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