Il ministero per lo Sviluppo Economico annuncia lo stanziamento di 900 milioni di euro per azzerare il digital divide e portare la banda ultralarga a 7 milioni di cittadini, attualmente ancora impossibilitati a connettersi all’Internet ad alta velocità .
L’annuncio ufficiale è stato dato venerdì 15 febbraio e con esso il Governo intende riprendere le fila del vecchio Piano Nazionale per la Banda larga varato nel 2008 e rivolto alle aree a fallimento di mercato, cioé a quelle zone dove gli operatori telefonici non hanno interesse ad investire in quanto poco remunerative. In questi anni circa 4 milioni di cittadini sono stati raggiunti dai servizi Internet di base e 1 milione 200.000 stanno per essere connessi grazie ai progetti in corso di nuove infrastrutture.
Il bando appena stanziato dal Ministero mira a risolvere due ordini di problemi: il primo è colmare il digital divide dando a tutti i cittadini almeno 2 Mbps. Ci sono infatti ancora 2,8 milioni di italiani sprovvisti di connettività al web e residenti in 3600 località escluse da ogni tipo di copertura del servizio Internet.
Il secondo problema è il potenziamento della banda ultralarga (da 30 Mbps a 100 Mbps) in cinque regioni del Sud Italia: Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Sicilia, dove con questo intervento si intende raggiungere almeno il 40% della popolazione di queste zone, pari a 4 milioni di cittadini e imprese.
Quasi un terzo dei 900 milioni di euro (237 milioni di euro) saranno messi a disposizione da privati mentre il Ministero per la Coesione Territoriale ha partecipato al progetto con un finanziamento di 347 milioni di euro.
Anche se il Piano intende favorire le aree a fallimento di mercato in prospettiva tutte le Regioni interessate potranno aderire al Piano Nazionale per la Banda Larga anche avvalendosi di risorse comunitarie previste per il periodo 2014-2020. Il Governo italiano non dimentica infatti l’obiettivo dell’agenda digitale europea che impone agli stati membri di offrire ai loro cittadini una connessione Internet ad almeno 30 Mbps entro il 202
Notevole l’impatto che il Piano nazionale per la Banda Larga avrà sotto il profilo occupazionale: saranno creati 5000 nuovi posti di lavoro. Circa 1800 tra tecnici progettisti e operai saranno impiegati in 500 cantieri mobili per la realizzazione di reti in fibra ottica e in altri 3000 cantieri per l’installazione di apparati elettronici di varia tipologia.
In particolare saranno posati 4000 km di rete in fibra ottica in 500 aree comunali situate in prevalenza in zone rurali e distretti produttivi.
Per gli investimenti in banda ultralarga è previsto di impiegare altre 3000 persone del settore impiantistico, civile e delle telecomunicazioni, nella realizzazione di una rete ottica di 10.000 Km. Inoltre saranno collegati alla banda ultralarga 179 comuni di cinque regioni del Sud Italia.
Il piano prevede anche il riutilizzo di infrastrutture esistenti di proprietà pubblica (ad esempio la rete fognaria, la rete della pubblica illuminazione, gallerie multiservizio) e di proprietà privata (cavidotti e infrastrutture esistenti di operatori delle tlc o multiutility locali).
L’investimento di 900 milioni di euro potrà generare un incremento del PIL pari a circa 1,3 miliardi di euro, ha fatto sapere Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico, come dimostrato anche da studi Ocse utilizzati dalla Commissione Europea che fissano a “1,45” il moltiplicatore congiunto domanda/offerta del settore della comunicazione sull’intera economia italiana.