L’infezione da COVID-19 procede nella sua corsa e l’Italia è al centro del focolaio europeo da settimane. Gli ospedali delle regioni del nord sono in grave affanno, le unità di terapia intensiva stanno per esaurirsi e in almeno un nosocomio hanno fatto ricorso alla stampa 3D per produrre un componente essenziale alla cura dei casi più gravi.
Il problema si è verificato presso l’ospedale di Chiari (Brescia), quando all’emergenza del Sars-CoV-2/COVID-19 si è aggiunta quella dell’esaurimento delle valvole per gli apparati di rianimazione: la scorta era quasi finita, e il produttore non avrebbe potuto effettuare nuove spedizioni in tempi brevi.
I medici si sono quindi messi in contatto con la rete di “maker” della zona, e Cristian Fracassi – ingegnere dei materiali e imprenditore del bresciano – ha risposto all’appello dell’ospedale con una soluzione basata sull’uso della stampa 3D. Le nuova valvole sono meno robuste di quelle ufficiali ma costano una percentuale infinitesimale del prezzo originario (€1 euro contro circa €10.000).
Fracassi si era prima rivolto all’azienda produttrice per farsi spedire il modello 3D da usare per la stampa, ma in tutta risposta l’ingegnere ha ricevuto una minaccia di denuncia per infrazione di brevetto. Le valvole “artigianali” sono dunque frutto di uno studio attento delle valvole originali, mentre l’ospedale di Chiari ha deciso di non condividere il modello con altre strutture per evitare di inasprire il contrasto con l’azienda produttrice.