E’ un periodo storico decisamente complicato per Intel, la corporation delle CPU x86 che deve fare i conti con la concorrenza sempre più agguerrita di AMD, lo switch-off di Apple in favore dei SoC ARM e le difficoltà a miniaturizzare il processo produttivo dei suoi chip. Buon’ultima arriva ora NVIDIA, che assesta un duro colpo a Chipzilla nella valutazione azionaria alla borsa di Wall Street.
La casa delle GPU è in uno stato di grazia, in borsa come nel business. Ieri le azioni di NVIDIA sono salite del 2,3% fino a $404, riporta Reuters, portando la valutazione di mercato complessiva a 248 miliardi di dollari. Per la prima volta nella storia, NVIDIA è diventata la più “grosso” chipmaker al mondo superando il valore di mercato di Intel ($246 miliardi).
Nella prima metà del 2020, le performance azionarie di NVIDIA sono state eccellenti con un incremento del 68% contro il +3% di Intel. La quarantena anti COVID-19 ha fatto benissimo alla corporation californiana, anche se la definizione di “chipmaker” è decisamente impropria: NVIDIA non possiede fonderie private, e si affida a produttori di terze parti come TSMC per la concretizzazione in silicio dei suoi complessi design di GPU.
I prossimi mesi dovrebbero continuare a sorridere per NVIDIA, visto il fresco debutto dell’architettura Ampere e l’attesa presentazione delle schede GeForce per il gaming next-gen su PC. Come ribadito da Reuters, però, la super-valutazione della casa delle GPU è prevalentemente virtuale: secondo le stime, il business di NVIDIA dovrebbe arrivare a $14,6 miliardi nel 2020 (+34%). I ricavi di Intel? L’attesa è per $73,8 miliardi entro la fine dell’anno (+2,5%).