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Il Pentagono investe 2 miliardi per le armi intelligenti

Alfonso Maruccia | 10 Settembre 2018

Sicurezza

La Difesa statunitense è pronta a spendere una notevole quantità di denaro nello sviluppo di armi dotate di IA, una prospettiva a tratti terrificante ma che necessiterà ancora della supervisione umana. Almeno per il momento.

Le autorità militari statunitensi accarezzano, ancora una volta, il sogno delle armi dotate di IA, un obiettivo per cui nei prossimi cinque anni verranno spesi altri due miliardi di dollari con il coinvolgimento diretto di DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency). L’annuncio è stato dato in occasione della conferenza per il sessantesimo anniversario della storica agenzia del Pentagono, e le implicazioni destano non poche preoccupazioni.

DARPA è da tempo impegnata nello sviluppo delle applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale, un orizzonte che, qualora si trasformasse in realtà, rappresenterebbe l’ennesima rivoluzione tecnologica promossa da un’agenzia nata in risposta al lancio sovietico dello Sputnik 1 e poi responsabile – in maniera diretta o meno – dello sviluppo di Internet e di molte altre tecnologie oggi di uso comune.

UAV Predator

Al momento DARPA finanzia 25 diversi progetti sull’IA, mentre i due miliardi previsti per il prossimo lustro rappresenterebbero la maggior quantità di denaro spesa su questo genere di ricerca. L’obiettivo principale dei finanziamenti: creare una IA con la capacità di “spiegare” le sue scelte di fuoco a un supervisore umano, un sistema digitale presumibilmente dotato di una “bussola morale” interna e per di più in grado di tenere conto delle variabili inaspettate con la stessa flessibilità di ragionamento propria dell’intelligenza umana.

Con i suoi 2 miliardi DARPA potrebbe aver dato il là al successore non ufficiale del Progetto Maven, un’iniziativa che avrebbe dovuto coinvolgere Google ma che è stata poi abbandonata dopo la ribellione interna scatenata da migliaia di dipendenti del colosso di Mountain View.

Una IA in grado di controllare le armi iper-tecnologiche statunitensi è ovviamente fonte di preoccupazione, con la Rand Corporation (un contractor del Pentagono) che ha evidenziato i rischi connessi all’uso degli algoritmi digitali per il controllo dell’arsenale atomico a stelle e strisce. Una prospettiva da mutua distruzione tra USA e Russia e quindi del mondo intero.

In realtà, stando alle parole pronunciate da Ron Brachman (già responsabile della ricerca di DARPA sulla IA) durante la conferenza tenutasi a Washington, occorrerebbe un’iniziativa titanica come quella del Progetto Manhattan (che ha portato alla creazione della bomba atomica) per “creare un sistema di IA con le abilità di un bambino di tre anni”. Che possibilmente non giochi con l’arsenale termonucleare di “papà” Trump.