Pornhub è ancora una volta al centro della scena, e questa volta non si tratta di iniziative pensate per alleggerire il peso della quarantena o promuovere le pratiche igieniche contro il COVID-19. Il colosso del porno gratuito sul Web è stato accusato di fare profitti sui video di violenze e rapporti non consensuali, contenuti che coinvolgono anche minori e che potrebbero causare un danno economico senza precedenti al porno-business canadese.
Tutto è cominciato da un articolo pubblicato sul New York Times, un pezzo in cui Nicholas Kristof denuncia la presenza su Pornhub di clip video riguardanti violenze e abusi sessuali, rapporti non consensuali e con ragazze minorenni. Da questi e altri video illegali (spycam, revenge porn), dice Kristof, Pornhub ha tratto un profitto altrettanto illegittimo.
Pornhub ha risposto prontamente alle accuse contenute nell’articolo, riaffermando la volontà di eliminare qualsiasi contenuti illegale e promettendo nuove, stringenti misure in tal senso. Il sito ha bloccato gli upload dagli utenti non verificati e messo al bando buona parte dei download, e pianifica altresì di introdurre un nuovo sistema di “verifica dell’identità” per permettere agli utenti comuni di effettuare di nuovo l’upload all’inizio dell’anno prossimo.
Pornhub intende inoltre stabilire un “Red Team” di moderatori dedicato alla ricerca proattiva dei contenuti amatoriali già caricati sul sito, per le potenziali violazioni ancora presenti online. Previsto infine un rapporto sulla trasparenza (nel 2021) con i risultati della moderazione dei contenuti messa in pratica nell’anno in corso.
Le iniziative di Pornhub dovrebbero servire a preservare il business e i rapporti con gli istituti finanziari che lo mantengono in piedi, ma il danno da quel punto di vista potrebbe già essere irrimediabile. Visa e Mastercard hanno deciso di bloccare l’uso delle rispettive carte di credito su Pornhub, una mossa che segue l’identificazione di materiale illegale tramite indagini autonome. Una decisione deludente, ha commentato Pornhub, che tra l’altro mette a rischio i guadagni personali dei modelli professionisti attivi sulla piattaforma.