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Un robot che striscia come i serpenti

Manuele Oliveri | 22 Febbraio 2018

Robot

Realizzato dall’Università di Harvard, funziona grazie a degli speciali tagli realizzati sulla sua pelle, simili alle squame dei serpenti, realizzati con la tecnica giapponese del “kirigami”.

Un altro elemento si aggiunge alla già numerosa comunità dei robot, questa volta proveniente dall’Università di Harvard: presentato in questi giorni su Science Robotics, si tratta di poco più di un tubo di silicone, la cui “pelle” è però stata ritagliata, tramite l’uso di un laser, per assomigliare a quella di un serpente.

Robot Harvard

Questo robot si muove grazie all’aria che viene pompata al suo interno (tramite dei tubi o un’unità di controllo installata su di esso): il flusso fa allungare la pelle dell’automa, che si aggrappa poi al terreno e si spinge avanti, proprio come fosse un vero serpente. (Foto di Ahmad Rafsanjani/Harvard University)

Non è la prima volta che dei ricercatori si ispirano alla natura per costruire un automa: già in passato si sono viste macchine ispirate alle caratteristiche peculiari dei polipi, delle salamandre, o addirittura di alcune piante. I ritagli sono stati effettuati ispirandosi a una tradizionale tecnica giapponese di taglio della carta, il “kirigami“.

Più nello specifico, Ahmad Rafsanjani, il ricercatore che ha ideato il robot, ha effettuato dei tagli sul silicone che compone il robot, in modo da costruire un sistema simile a quello delle squame dei serpenti, che consente al robot di estendersi in avanti quando viene pompata dell’aria al suo interno, attraverso tubi, o tramite una piccola componente montata direttamente sul robot.

Il funzionamento del robot si basa su piccoli tagli effettuati sulla sua superficie con la tecnica giapponese del “kirigami”: Ahmad Rafsanjani ha provato diversi tipi di taglio da applicare alla sua creazione. (Foto di Ahmad Rafsanjani/Harvard University)

In sostanza, la creatura riesce effettivamente a strisciare, anche se per ora solo in avanti (i ricercatori stanno ancora lavorando sulla possibilità di farlo muovere indietro). Rafsajani ha provato a eseguire tagli di diverse forme, per vedere quale consentisse alla superficie di allungarsi maggiormente: i tagli di forma trapezoidale si sono rivelati più efficaci di quelli triangolari e circolari.

Questo tipo di robot potrebbe rivelarsi molto utile in campo medico, se si dovesse riuscire a ridurne le dimensioni, potendo essere sfruttato per trasportare farmaci all’interno delle arterie: un’altra applicazione potrebbe essere anche in situazioni complesse, nelle quali fosse richiesto l’intervento di robot capaci di muoversi in spazi ristretti.