I legali degli utenti del servizio di cambio QuadrigaCX chiedono di verificare l’identità dell’amministratore defunto. Che è sparito portando con se il segreto cifrato per sbloccare 145 milioni di dollari in monete virtuali.
Lungi dal potersi definire conclusa, la vicenda della morte di Gerald Cotten e del destino delle criptomonete di QuadrigaCX si complica ulteriormente: gli utenti che avevano affidato i loro investimenti virtuali ai wallet off-line del servizio di cambio canadese si sono rivolti agli avvocati, e questi ultimi hanno ora chiesto alle autorità di procedere all’esumazione di Cotton per verificare la sua identità.
La versione ufficiale fornita al pubblico dice che Cotten è morto durante un viaggio in India a causa delle complicazioni del morbo di Crohn, e che in seguito i gestori di QuadrigaCX non hanno potuto più accedere a 145 milioni di dollari di criptomonete (Bitcoin, Ether e altre) perché i wallet che le contenevano erano salvate sul laptop personale dell’ex-amministratore delegato. E Cotten era l’unico a conoscere le password necessarie a sbloccare l’accesso al malloppo.
QuadrigaCX è attualmente in fase di liquidazione dopo aver avvito le procedure della bancarotta, e un’indagine dei mesi scorsi ha evidenziato svariati problemi nel modo in cui la società veniva gestita. La richiesta degli avvocati delle “vittime”, però, va oltre l’inadempienza e presuppone piuttosto un possibile tentativo di truffa a opera di Cotten stesso.
Lo studio legale Miller Thomson ha infatti chiesto ufficialmente alle autorità canadesi di procedere all’esumazione e a un’autopsia post-mortem dell’ex-amministratore di Quadriga, un modo per verificare che il cadavere sia effettivamente il suo e che Cotten non continui piuttosto a vivere sotto mentite spoglie sfruttando i $145 milioni affidatigli dagli utenti. L’esumazione dovrebbe fare luce sulle circostanze “discutibili” che hanno caratterizzato la scomparsa dell’ad, scrivono gli avvocati.