Dopo aver implementato alcune tra le regole più stringenti in difesa della privacy e dei dati degli utenti tramite la GDPR, l’Unione Europea starebbe preparando una nuova iniziativa di regolamentazione pro-riservatezza. L’obiettivo, questa volta, sono le possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale e le tecnologie di riconoscimento biometrico.
Quello che emerge dalla bozza di nuovo documento che la UE starebbe preparando per la pubblicazione entro il mese prossimo, infatti, è la volontà di Bruxelles di mettere temporaneamente al bando l’uso dei software di riconoscimento facciale; un divieto di tre, cinque anni, così da dare il tempo alla UE di formulare un nuovo framework legale in grado di salvaguardare i diritti alla riservatezza degli utenti del Vecchio Continente.
La IA e gli strumenti di “identificazione biometrica remota” come il riconoscimento facciale pongono un rischio concreto alla privacy, dice la UE, ragion per cui un divieto all’uso di questi sistemi “da parte degli attori pubblici e privati negli spazi pubblici” potrebbe servire per formulare “una solida metodologia in grado di accertare l’impatto di queste tecnologie”, oltre a identificare e sviluppare “le possibili misure di gestione del rischio”.
I rischi connessi all’uso (e soprattutto all’abuso) del riconoscimento facciale sono sempre più al centro dell’attenzione e del dibattito pubblico, e la nuova iniziativa europea in tal senso non fa che alimentare ulteriormente la discussione sulla tecnologia. Come prevedibile, la bozza della UE concede qualche eccezione al divieto quinquennale nel contesto di progetti di ricerca o per questioni di sicurezza.