Gli hacker hanno sempre avuto interessi nel violare siti istituzionali, caselle di posta elettronica di personaggi illustri, politici, manovrando anche campagne elettorali e possiamo citare tantissimi casi in cui l’intervento della polizia postale è arrivato tardi, quando ormai contenuti quali foto, messaggi privati talvolta compromettenti potessero essere elusi dalla divulgazione pubblica.
A volte è più facile risalire agli artefici, altre volte no. In queste ore si parla tanto di Anonymous, un collettivo molto potente che ha scelto come mira i server dei ministeri, del governo italiano e del Parlamento Europeo.
Pubblicato immediatamente online un file di grandi dimensioni che, stando alle dichiarazioni del collettivo, avrebbe dovuto contenere dati sensibili prelevati da tutti i ministeri, a distanza di poco tempo sono arrivate, puntuali e severe, le dichiarazioni reali su quanto accaduto. A parlare è il capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli che ricorda quanto sia importante sorvegliare sulla sicurezza e rafforzare le forme di controllo soprattutto in rete. Inoltre ridimensiona la portata dell’intervento degli hacker affermando che sono stati attaccati soltanto i dati di due caselle di posta elettronica, una di un funzionario della Polizia di Stato e l’altra di un funzionario del Ministero della Difesa. Pertanto si evince la soddisfazione di Gabrielli nell’aver individuato chi ha compiuto questa violazione grazie all’intervento efficace e molto rapido dei suoi uomini.
Insomma, in questo caso Anonymous ha fatto un gran buco nell’acqua.