Domanda: Ho acquistato un televisore LG 47LM640S che ho collegato ad un modem Technicolor TG589VN-v3 tramite rete Ethernet. Ho eseguito questa operazione perché speravo di rendere più semplice e immediata la visione delle mie fotografie sul grande schermo. Dopo aver risolto diversi problemi a livello hardware e software sono riuscito ad ottenere il mio scopo però mi è venuto un dubbio: che livello di sicurezza avrò inserendo le mie credenziali nel browser del Tv per accedere ai servizi di Google e quindi alle foto che ho caricato su Picasa online? Vi chiedo questo perché sono molto attento col Pc a i problemi legati alla sicurezza informatica ma se poi mi facessi rubare account e password accedendo dal televisore ciò vanificherebbe i miei sforzi!
Risposta: Il dubbio del nostro navigatore è del tutto legittimo ed i problemi di questo tipo sono destinati ad acuirsi con il progressivo passaggio dall’Internet delle Persone all’Internet delle Cose. Si definisce con l’acronimo IoT (Internet of Things) il cambiamento epocale che si sta verificando con il fatto che ogni dispositivo che entra nelle nostre case è ormai “smart” ed è quindi in grado di collegarsi autonomamente ad Internet. Questa nuova modalità di fruizione dei servizi online in parte ci semplifica la vita ma porta nuovi problemi legati alla sicurezza informatica e al diritto alla privacy.
I dispositivi “smart” sono indubbiamente più resistenti a virus, cavalli di Troia e gli altri malware ed è quindi improbabile che quello che digitiamo in questi apparecchi possa essere reindirizzato verso il sito di qualche anonimo pirata informatico. Ciò, in linea di principio, li rende più sicuri dei computer da scrivania, che invece obbligano l’utente a tenere aggiornate pesanti suite di sicurezza informatica per impedire l’ingresso nel sistema di programmi indesiderati. Allo stesso tempo, però, questi dispositivi si prestano a diventare strumenti per la raccolta di informazioni personali da parte dei rispettivi produttori. Infatti le apparecchiature “smart” sono identificate in maniera univoca con un numero seriale e costituiscono un’ottima fonte di informazioni sulle abitudini di fruizione della Rete da parte dell’utenza.
Proprio LG è stata recentemente accusata di raccogliere informazioni personali senza il consenso dei propri clienti: alcuni suoi modelli di Smart Tv continuavano a inviare informazioni alla casa madre. I dati raccolti riguardavano gli indirizzi dei siti ai quali si collegava l’utente e le abitudini di navigazione/riproduzione, come ad esempio i generi cinematografici preferiti e così via. LG ha ammesso il problema, attribuendolo ad un errore di implementazione, e ha dovuto rilasciare con grande rapidità un aggiornamento del firmware per eliminare l’inconveniente.
Purtroppo possiamo essere certi che il caso di LG, sia esso colposo o doloso, non sarà l’ultimo. L’unico fattore che contribuisce a mitigare il problema è che questi dispositivi “smart” sono prodotti in centinaia di migliaia di esemplari e ciò rende improbabile che eventuali comportamenti scorretti passino inosservati. Ci sarà sempre qualche utente smaliziato che inizierà ad investigare. Da parte nostra PC Professionale si impegnerà sempre per portare all’attenzione dei lettori ogni criticità di cui verremo a conoscenza.