Il direttore dell’Fbi James B. Comey Jr. ha ammesso nel corso di un’audizione davanti al Judiciary Committee del Congresso americano che fu un errore nel tentativo di accedere ai dati sull’iPhone 5C di uno dei killer della strage di San Bernardino ad aver provocato il blocco per cui hanno richiesto l’aiuto della Apple. Apple aveva già reso noto l’errore.
24 ore dopo la sparatoria l’Fbi ha chiesto ai datori di lavoro del killer di cambiare la password di iCloud dell’iPhone 5C aziendale in questione bloccando definitivamente l’accesso alle informazioni del cellulare.
L’ultimo backup era di ottobre e sarebbe bastato portare lo smartphone nei pressi di una rete Wi-Fi normalmente utilizzata per avere un backup aggiornato. Il telefono si è bloccato perché non si conoscevano le risposte alle domande di verifica che vengono poste quando si fanno tentativi di accesso come procedura di sicurezza.
Nel frattempo la Apple ha pubblicato una pagina con tutti gli amicus brief e lettere alla Corte a favore. Tra queste c’è la lettera di Salihin Kondoker, marito di una delle vittime, che dice di comprendere che la battaglia della Apple è più grande di quella per un singolo telefono.
Anche l’alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussein ha detto che se si accordasse alla richiesta di accedere si creerebbe un precedente che potrebbe avere serie ricadute sui diritti umani.