Annunciato lo scorso anno, il Contratto per preservare una delle invenzioni tecnologiche più importanti del secolo scorso è ora disponibile on-line. Nove i principi cardinali per governi, aziende e cittadini.
Sir Tim Berners-Lee è universalmente conosciuto come l’inventore originario del World Wide Web, una tecnologia di diffusione e condivisione delle informazioni che ora – per bocca del suo stesso creatore – rischia di finire tra i fumi di una “distopia digitale” senza speranza. Una prospettiva negativa per tutti, che Berners-Lee prova a contrastare tramite un nuovo “Contratto” da far sottoscrivere alle aziende eticamente consapevoli e ai netizen di buona volontà.
Il Contratto per il Web, ovvero il documento che i critici hanno già in passato trattato come una sorta di manifesto hippie per una kumbaya telematica fuori tempo massimo, era stato proposto da Berners-Lee l’anno scorso ed è ora diventato realtà con tanto di sito Web ufficiale. Il tecnologo sottolinea l’importanza avuta dal Web in questi decenni di rivoluzioni tecnologiche e sociali, la condivisione gratuita della conoscenza che deve però fare i conti con un numero sempre troppo alto di persone che non riescono ad accedere ai suoi benefici – oppure riescono a farlo sostenendo costi non più accettabili.
Il Contratto per il Web promosso da Berners-Lee sancisce nove principi fondamentali, tre dedicati ai governi, tre alle aziende e tre ai cittadini comuni: i governi devono garantire la connessione a Internet per tutti, mantenere Internet sempre disponibile e rispettare (o proteggere) i diritti fondamentali degli utenti alla privacy e all’uso equo dei dati; le aziende devono offrire connettività a un prezzo sostenibile e accessibile a tutti, rispettare e proteggere la privacy, sviluppare tecnologie in grado di “supportare il meglio dell’umanità” e contrastare il peggio; gli utenti devono essere creatori di contenuti e collaboratori per il Web, costruire community forti e rispettose, e devono infine “combattere” per il futuro del Web.
Stando alle cifre fornite dal sito ufficiale, il Contratto per il Web può contare sul supporto di 80 diversi soggetti compresi governi nazionali, aziende e società civile, con nomi di primo piano nell’economia di rete come Facebook, Google, Reddit, GitHub e Microsoft già coinvolti nell’iniziativa. Chiunque può sottoscrivere e approvare i principi del Contratto, ma i critici si sono già fatti (ri)sentire: corporation e monopolisti del calibro di Google e Facebook, notoriamente impegnate a violare la privacy e la sicurezza dei dati degli utenti a scopo commerciale, sembrano avere ben poco a che fare con la salvaguardia del futuro del Web.