Dopo l’acquisizione di Yahoo da parte di Verizon, torniamo ad occuparci dell’azienda di Sunnyvale relativamente ad un clamoroso furto di dati subito nel 2014: la società californiana ha confermato in questi giorni che sono stati rubati – circa due anni fa – 500 milioni di credenziali di accesso (ed altre informazioni) relative agli account dei suoi iscritti.
Ad essere interessati dall’operazione degli hacker sono i nomi, gli indirizzi e-mail, i numeri di telefono, le date di nascita e le password degli stessi iscritti ma, in ragione delle proporzioni dell’attacco, secondo i meglio informati l’operazione sarebbe stata condotta non da un gruppo di cyber criminali, bensì, da esperti coadiuvati nelle loro manovre da uno Stato.
Del resto, alcune anticipazioni relative al furto delle credenziali su Yahoo erano trapelate non molto tempo fa, quando era emerso che un hacker aveva messo in vendita – nel dark web – i dati di 200 milioni di iscritti ai servizi della società di Sunnyvale, ad una cifra pari a 1.800 dollari, un’incursione già di per sé di proporzioni veramente non indifferenti.
Yahoo, del resto, non ha mancato di sottolineare come l’attacco hacker sia stato sostenuto appunto da un Paese, un episodio del resto non fin troppo raro, considerando come nel corso degli ultimi anni le contese (e guerre) tra Stati, si conducono sempre più sul fronte della tecnologia, ben lontano dal clamore dei campi di battaglia con milizie, bombardieri e via discorrendo.