Lo scandalo delle intercettazioni su scala planetarie, e tutti gli abusi commessi dalle agenzie di intellegence, hanno scosso in maniera importante l’opinione pubblica: le rivelazioni di Edward Snowden, infatti, hanno scoperchiato le attività segrete condotte dagli Stati Uniti in tutto il mondo. Ora, si aggiunge un nuovo capitolo a questo periodo storico, con la pubblicazione da parte di Yahoo di richieste segrete dell’FBI di accesso ai dati degli utenti.
Da questo punto di vista, il popolare motore di ricerca è il primo, tra gli operatori del settore, ad ammettere di aver ricevuto delle richieste da parte del popolare ente investigativo americano formulate sulla base del Patriot Act: e la particolarità di queste domande, è da ricercare nel fatto che permettevano al governo americano di accedere ad una grandissima quantità di dati degli utenti senza alcun controllo giurisdizionale.
Le comunicazioni ricevute degli investigatori americani, in sostanza, mettevano Yahoo nella condizione di dover consegnare ogni tipo di dato riconducibile all’account di un utente: e all’interno di questa quantità incredibile di informazioni, c’erano metadati – relativi alle comunicazioni via e-mail o chat verso altri utenti – come del resto gli indirizzi, numeri di telefono e nickname associati allo stesso account.
Nel complesso, sono state pubblicate tre richieste segrete dell’FBI: e ciò è stato possibile grazie al fatto che Yahoo si è potuta appellare al Freedom Act, una legge approvata nel giugno dello scorso anno e che ha permesso, in questo senso, un incremento della trasparenza e del controllo su quanto svolto dagli enti governativi, ridimensionando i poteri che il Patriot Act aveva concesso alle autorità degli Stati Uniti.