Slack ha ufficialmente chiamato in causa le autorità antitrust europee contro Microsoft, e in particolare contro l’integrazione della piattaforma di comunicazione Teams nel pacchetto offerto agli abbonati di Office 365. Una mossa che sa di monopolio, e che richiama alla memoria le tattiche sporche usate da Redmond per imporsi nella prima “guerra dei browser”.
Microsoft è tornata alle sue classiche pratiche anticompetitive, sostiene Slack, abusando della sua posizione dominante in un mercato (quello di Office e della produttività in salsa cloud) per “estinguere la concorrenza” nel settore degli strumenti di comunicazione e collaborazione professionale. E tutto ciò in flagrante violazione delle leggi europee sulla concorrenza.
Nella sua invettiva contro Microsoft, Slack arriva a definire Teams una “scopiazzatura” di qualità inferiore inserita nel prodotto dominante di Redmond (ancora Office). La stessa tattica, illegale secondo Slack, venne impiegata nella guerra dei browser che impose Internet Explorer come il tool di navigazione Web più popolare grazie all’integrazione in Windows 9x/NT.
Dal punto di vista di Slack, Microsoft si comporta in maniera illegale perché teme la concorrenza sul fronte delle e-mail business, la “pietra angolare” di Office. Microsoft vuole dominare l’intero stack software usato dagli utenti e dalle aziende, mentre Slack offre un pezzo di un puzzle che i clienti sono liberi di comporre coi loro strumenti di produttività preferiti.