Stamani un lettore di PC Professionale ha inviato alla nostra redazione la seguente mail:
“È accettabile che Amazon Italia metta in vendita un articolo, si accorga poi che il prezzo è troppo basso per le sue esigenze, e di punto in bianco annulli tutti gli ordini che sono stati fatti, malgrado esista una legge dello Stato che impone al venditore di offrire l’articolo esposto anche se il prezzo è errato“?
Il fatto a cui fa riferimento il nostro lettore (di cui non riportiamo il nome a tutela della sua privacy) è accaduto nel fine settimana, quando sul sito italiano di Amazon è comparso in vendita un computer Asus a circa 30 euro (oggi lo stesso modello è in vendita a 1000 euro). In poche ore l’offerta è andata a ruba ma l’amara sorpresa è arrivata dopo poco. Tutti coloro che avevano ordinato tale computer si sono visti annullato l’ordine, e la protesta tra gli utenti si è scatenata in poche ore, con chi inneggiava anche a una class action contro Amazon.
Il paragone con quanto accade nei negozi fisici è stato immediato: se un commerciante mette in vetrina un articolo con il prezzo sbagliato è obbligato a venderlo a quel prezzo, anche se il cliente viene messo al corrente dell’errore.
Già ma nell’e-commerce come funzionano le cose?
PC Professionale l’ha chiesto all’avvocato Andrea Monti che da anni tiene la rubrica Legge e Bit sulla rivista.
“Se l’errore è macroscopico, cioè se la differenza tra il prezzo giusto e quello sbagliato è tale da non rendere realistico che un bene sia venduto a quella cifra, (come è accaduto in questo caso) allora ha ragione il venditore. E non dimentichiamo che nella procedura di acquisto su Amazon l’ordine viene confermato da una mail inviata subito dopo la transazione di acquisto, ed è tale mail di conferma che fa fede come ordine. Nel caso del PC Asus era chiaro fin da subito che un computer con quelle caratteristiche non poteva valere quel prezzo e quindi quanti hanno provato lo stesso a inviare l’ordine non devono stupirsi dell’annullamento”.
Amazon Italia, interpellata da PC Professionale ha mandato la seguente riposta:
“I clienti che hanno ordinato prodotti ad un prezzo errato, sono già stati informati che, a causa di un ovvio errore sul sito di Amazon.it, la richiesta non poteva essere confermata e quindi processata. Il prezzo indicato era evidentemente troppo basso. In base alle nostre condizioni di vendita, il contratto di acquisto viene concluso soltanto al momento dell’invio della mail che conferma la spedizione della merce”.
D’altronde, come fa notare qualche lettore, sulla pagina incriminata del sito Amazon, la politica di acquisto del sito parla chiaro:
“Nonostante ogni nostro sforzo, non possiamo escludere che per una piccola parte dei milioni di prodotti presenti sul nostro catalogo sia indicato per errore un prezzo diverso da quello effettivo. Controlleremo in ogni caso la correttezza dei prezzi dei prodotti durante il processo di verifica dell’ordine e di successiva spedizione dei prodotti. Qualora, a causa di disguidi o altri inconvenienti, il prezzo indicato nel sito dovesse risultare inferiore al prezzo corretto di vendita di un prodotto, ti contatteremo per verificare se desideri egualmente acquistare il prodotto al prezzo corretto. Altrimenti il tuo ordine non potrà essere accettato. Qualora il prezzo corretto di un prodotto sia inferiore a quello indicato nel sito, ti addebiteremo il solo prezzo corretto inferiore e ti spediremo comunque il prodotto.”
Insomma il caso del PC Asus non lascia molti dubbi all’interpretazione, ma il tema della trasparenza dei prezzi e della validità delle regole del commercio fisico anche nell’e-commerce resta argomento caldo di discussione. E PC Professionale tornerà presto a parlarne sulla rivista.