Amazon abbatte le frontiere del cosiddetto cross-selling, ovvero la possibilità per gli utenti di acquistare da un sito che si trova in un paese diverso da quello di provenienza, un’abitudine ben poco radicata tra i consumatori europei, visto che, stando ai dati diffusi ieri nel corso dell E-Commerce Forum di Netcomm a Milano, solo il 7% degli utenti Internet europei fa acquisti on line in paesi diversi dal proprio e in Italia la percentuale scende al 4.
Amazon, che già consentiva attraverso i suoi siti europei,
in Inghilterra, Germania e Francia, di acquistare dall’Italia alcuni prodotti (tipicamente libri, film, Cd e Dvd) ora fa un passo in più nel processo di avvicinamento al nostro paese, che forse porterà un domani il gruppo guidato da Jeff Bezos ad aprire anche un sito in Italia. L’annuncio dato in diretta da Diego Piacentini, Senior vicepresident di Amazon, nel corso dell’E-Commerce forum è che da oggi circa 55.000 prodotti descritti in lingua italiana e con manuali di istruzione in italiano, saranno acquistabili dal sito inglese Amazon.uk e altre decine di migliaia d Amazon.de e Amazon.fr.
Tutti gli articoli in vendita (dai prodotti per la casa, al giardinaggio, ai ricambi per auto, articoli sportivi e giocattoli) avranno uguali costi di spedizione verso l’Italia a partire da 6 euro per le consegne in tre giorni e da 10 euro per la consegna con modalità espresso. Le procedure di acquisto non dovrebbero presentare grandi difficoltà visto che per il sito inglese è presente il convertitore di valuta dalla sterlina all’euro e il pagamento verrà fatto sempre in euro. Qualche problema l’utente potrebbe incontrarlo in fase di check out, ha detto Piacentini, perché l’Iva per le spedizioni in Italia viene calcolata all’ultimo momento del processo di acquisto ed è diversa da quella compare accanto al prezzo dell’articolo sul sito inglese.
Ma per il resto Amazon assicura di voler garantire agli utenti italiani la stessa qualità di servizio e convenienza di prezzi che peraltro molti hanno già potuto sperimentare acquistando direttamente dagli Stati Uniti o dall’Inghilterra. Non solo, Amazon mette a disposizione la propria piattaforma web Amazon Marketplace a quei commercianti con sede in Italia che sono interessati a presentare i loro prodotti ai milioni di clienti Amazon, con la possibilità di spedirli in tutto il mondo.
L’operazione annunciata ieri (e che viene presentata in contemporanea in Spagna e Benelux) rappresenta un tentativo concreto di rendere l’e-commerce davvero un fenomeno globale. Certo non mancano gli interrogativi: ad esempio su chi presterà garanzia al bene acquistato, Piacentini ha ricordato la garanzia europea di 24 mesi che vige sui beni acquistati, ma per certi prodotti di elettronica le cose sono più complesse. D’altronde lo stesso Piacentini ha detto che sono i produttori i primi a non progettare i prodotti nella logica del cross selling, perché il mercato retail non è nato con questa finalità .
Amazon intende facilitare le cose e soprattutto si spera che questa apertura all’export sul mercato italiano possa contribuire a invertire quell’anomalia tutta nostrana di un commercio elettronico in cui si vendono per i due terzi solo servizi (bliglietti aerei, viaggi. ricariche telefoniche) e ben pochi prodotti.
Anche ieri a Netcomm è stato ricordato come ci sia ancora una grossa carenza nell’offerta di beni on line, soprattutto da parte della grande distribuzione organizzata che continua a essere la grande assente (solo due catene hanno una presenza on line MediaWorld ed Esselunga).
I primi mesi del 2009 sembrano invertire anche se di poco la tendenza a una vendita solo di servizi: la School of Management del Politecnico di Milano, che realizza il rapporto annuale sullo stato dell’ e-commerce lato offerta, ha infatti segnalato per il primo trimestre dell’anno un aumento nelle vendite di prodotti (+10% negli ordini) a cui corrisponde un decremento nel settore turismo (-2%) e una diminuzione (-10% del valore medio dello scontrino. Si confermano invece i dati relativi del 2008: un mercato che vale 5,914 miliardi di euro e che interessa nove milioni di italiani che fanno acquisti on line.