Secondo la sentenza 8328/16 della Corte di Cassazione postare un commento offensivo corredato dalla foto della vittima sulla bacheca di Facebook della persona offesa integra il reato di diffamazione aggravata.
Considerato il fatto che i post i commenti sui social network hanno una diffusione capillare e potenzialmente illimitata secondo la Cassazione le offese espresse in tal modo debbano ritenersi aggravate.
La sentenza respinge un ricorso in sede di legittimità e conferma la multa di 1500 euro è per avere offeso la reputazione di un soggetto su facebok.
L’imputato chiamava la vittima in un commento «parassita del sistema clientelare» e aveva postato la foto, travalicando a dire dei tribunali i limiti del diritto di critica.
Nella sentenza si ricorda che anche per i messaggi diffamatori in bacheca si tratta di «un’ipotesi di diffamazione aggravata ai sensi dell’articolo 595, comma terzo, c.p., poiché la diffusione di un messaggio con tali modalità , ha potenzialmente la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone, sia perché, per comune esperienza, bacheche di tal natura racchiudono un numero apprezzabile di persone, sia perché l’utilizzo di Facebook integra una delle modalità attraverso le quali gruppi di soggetti socializzano le rispettive esperienze di vita, valorizzando in primo luogo il rapporto interpersonale, che, proprio per il mezzo utilizzato, assume il profilo del rapporto interpersonale allargato ad un gruppo indeterminato di aderenti al fine di una costante socializzazione».
Si raccomanda quindi prudenza e moderazione nell’espressione delle proprie opinioni su Facebook.