In seguito alle proteste negli Stati Uniti per l’elezione di Donald Trump e, ancora, per tentare di fugare una volta per tutte il dubbio che il tycoon possa esser stato eletto grazie ai social network – come sostenuto da qualcuno – Mark Zuckerberg ha voluto sottolineare, durante una conferenza di TechCrunch, come Facebook non abbia avuto alcun ruolo nel successo del miliardario.
Lo stesso fondatore di FB ha sottolineato come non reputi verosimile la tesi secondo la quale le bufale circolate su Facebook abbiano potuto influenzare l’andamento delle elezioni presidenziali 2016: non basterebbero, da questo punto di vista, i post virali realizzati da veri professionisti del clickbaiting o del trolling per giustificare la scelta elettorale a favore di Trump.
È interessante notare come queste accuse siano perlopiù piovute dagli stessi media statunitensi che, dati alla mano dei vari sondaggi, hanno indicato come improbabile l’elezione del tycoon: e spesso sono quegli stessi giornali che, apertamente, hanno sostenuto la candidatura della democratica attraverso articoli ad hoc.
La tesi secondo la quale Facebook sarebbe responsabile – insieme con altri social network – della sconfitta di Hillary Clinton, sarebbe credibile in un mondo in cui gli esseri umani fossero “rinchiusi” all’interno delle varie piattaforme social senza aver alcun contatto con la realtà e avendo acquisito le esperienze di vita solo tramite questi strumenti di comunicazione…