Quello che ieri sembrava un semplice malfunzionamento di Fring, oggi si è trasformato in un’accesa sequela di accuse reciproche con Skype a colpi di post sui relativi blog ufficiali.
Fring è un diffusissimo client che permette di effettuare chiamate voce e scambiare messaggi di testo con contatti di varie piattaforma tra cui Msn Messanger, Google Talk, Yahoo! Messenger, ICQ, Facebook, Twitter e fino a ieri Skype. Dico fino a ieri perché a un certo punto le comunicazioni con gli utenti Skype si sono interrotte.
All’inizio sembrava un momentaneo blackout finché Fring non pubblica un post in cui fa sapere che proprio quando avevano esteso le loro risorse per soddisfare la forte richiesta di videochiamate, Skype li blocca perché ha “paura della comunicazione mobile aperta”.
La replica di Skype, dalle pagine del suo blog ufficiale, non si è fatta attendere. Robert Miller, responsabile legale dell’azienda, puntualizza che l’accusa di Fring è assolutamente infondata perché Skype non , e prosegue spiegando che l’azienda israeliana stava usando il loro software in maniera impropria, ossia violando le condizioni di utilizzo della API e il loro contratto con l’utente finale. Un comportamento che, aggiunge Miller, avrebbe danneggiato l’immagine e la reputazione di Skype agli occhi dei suoi utenti.
Il riferimento è all’improvvisa interruzione lo scorso weekend del supporto alle videochiamate via Skype sull’iPhone 4 – introdotto da Fring solo qualche giorno prima – a causa dell’elevato traffico. In altri termini Skype accusa Fring, neanche tanto velatamente, di offrire un servizio scadente.
Adesso, visto anche il tono del botta e risposta tra le due aziende, sorge il dubbio che non si tratti di un semplice “problema tecnico”. Anche se Miller si augura che la questione si risolva in maniera amichevole, a me sorge il dubbio che Skype stia preparando il terreno per introdurre un servizio a pagamento per le chiamate VoIP su rete 3G e Fring sarebbe di intralcio.