Comincia con una provocazione l’ottava edizione di IAB Forum, l’appuntamento annuale sulla comunicazione digitale che si tiene il 3 e 4 novembre al Convention Centre di Milano. La provocazione l’ha portata in diretta Chris Anderson, direttore di Wired USA, ospite d’onore stamattina allo IAB, commentando l’ultimo suo celebre articolo: “The web is dead”. Ovvero il web è morto. Una convinzione che Anderson deduce osservando come negli anni sia andato perduto il senso originario di protocollo aperto del web, e come quest’ultimo sia stato in parte assorbito nel browser e sostituito dalle mille applicazioni introdotte con il modello dell’Apple Store dell’
iPhone e iPad. “Oggi l’iPhone è il web invisibile a Google” ha detto Anderson. Ma il web è per l’appunto solo un’applicazione di Internet, ricorda Anderson, e non a caso il suo famoso articolo chiosa: The Web is dead but Internet il alive. Ovvero Internet c’è ed è viva, e sta dappertutto e in tutte le cose. Solo che nel tempo sono cambiati gli strumenti per accedervi: smartphone, tablet PC e console di video giochi sono le tre periferiche preferite dagli utenti. Per fine anno Gartner Group stima che nel mondo saranno venduti 19 milioni di tablet PC, di cui 10 milioni iPad. Le previsioni di crescita dei tablet PC sono impressionanti: 55 milioni di unità vendute a fine 2011, 210 milioni nel 2014. E ciò che è più importante è il tempo speso dagli utenti su queste periferiche per leggere articoli o magazine: Chris Anderson ha mostrato una chart che parla da sola: 3 minuti su Web; 45 minuti sull’iPhone, 60 minuti sulla carta stampata e 100 minuti su iPad.
Internet è ormai un mercato maturo anche se in Italia i numeri degli investimenti pubblicitari dedicati a questo canale sono ancora troppo bassi e concentrati nelle mani di pochi investitori. “Quest’anno il mercato dell’on line advertsing in Italia”, ha anticipato Roberto Biraghi, presidente di IAB Italia, chiuderà con un giro di affari pari a 1 miliardo di euro, con un tasso di crescita del 15% e una quota di mercato pari all’11%”. Il mercato cresce a una tasso che è tre volte tanto quello dell’eterna rivale; la pubblicità sulla Tv.
Per il prossimo triennio IAB Italia si aspetta una crescita del 5% annuo che spalmata su tre anni, consentirebbe di arrivare al 2013 con un fatturato di 1,5 miliardi di euro e un peso di mercato pari al 15%. Sono numeri lontani, ma neanche troppo, dalle altre nazioni europee: in Uk la pubblicità su web rappresenta il 28%, in Usa è il 15%, in Francia e Germania rispettivamente il 16% e il 18%, in Spagna il 13%, da noi l’11% . Ma soprattutto, ha sottolineato il presidente di IAB Italia, chi pianifica pubblicità su web in Italia è solo un 15% e di questa percentuale già esigua, l’8% realizza circa l’80% degli investimenti. Come dire che il grosso degli investimenti è in mano a non più di 200 aziende. Gli altri si limitano a investimenti di poca continuità e sostanza. E questo è forse il punto più debole del nostro mercato che sul fronte dei numeri di accesso a Internet mostra invece dati in continua crescita: 24 milioni di utenti connessi nel mese di settembre (fonte Nielsen) e un potenziale di 32 milioni di famiglie connesse a Internet. La grande sfida arriva dai social network dove sempre più persone passano il loro tempo: 20 milioni di italiani su 24 milioni di navigatori, si collegano abitualmente ai social network, con spazi di crescita enormi per la pubblicità .
IAB Forum 2010: Internet è viva e sta benone
Comincia con una provocazione l’ottava edizione di IAB Forum, l’appuntamento annuale sulla comunicazione digitale che si tiene il 3 e […]