Questa settimana il più importante sito web per il video, dovrebbe annunciare una piccola rivoluzione che introdurrà gli abbonamenti mensili a pagamento per alcuni canali che ospiteranno programmi per bambini, o d’intrattenimento e musica. Si tratta di una svolta inevitabile e in fondo già intrapresa da tempo per altre tipologie di contenuti digitali: basti pensare ad iTunes e Spotify per la musica o agli abbonamenti digitali per quotidiani e riviste, ma anche a servizi come Netflix e Amazon Video che negli Stati Uniti distribuiscono video digitali in abbonamento. Stando alle anticipazioni diffuse dal Financial Times e dal New York Times, i costi di abbonamento dovrebbero essere intorno a 1,99 dollari al mese, poco meno di 24 dollari all’anno. Se il modello dovesse avere successo porterebbe a nuove fonti di reddito sia per i produttori di video per il web sia per i canali televisivi.
Fino a oggi YouTube si è retto unicamente sulla pubblicità , che nel 2012 hanno portato un fatturato di 1,3 miliardi di dollari. Con l’introduzione dei canali in abbonamento ci potrebbero essere maggiori possibilità di guadagno sia per il sito, che lascerà comunque accesso gratuito a una gran quantità di video, sia per i content provider.
In base alle anticipazioni, YouTube metterà a disposizione due tipologie di canali a pagamento: uno con ads e uno senza ads. La sperimentazione dovrebbe partire a livello internazionale in dieci paesi, gli abbonamenti si potranno acquistare tramite Google Wallet, l’infrastruttura di pagamento di Google e saranno disponibili con la modalità dei video on demand.