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In prova LibreOffice 5, la suite gratuita per l’ufficio

Redazione | 15 Dicembre 2015

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Sotto test la release 5.0 della nota suite open source di produttività : le novità  sono molte ma la struttura di […]

Sotto test la release 5.0 della nota suite open source di produttività : le novità  sono molte ma la struttura di base non è cambiata.

LibreOffice è una suite di programmi di produttività ; comprende un editor di testi (Writer), un foglio di calcolo (Calc), un software per creare presentazioni (Impress), un database desktop (Base), un soft­ware di disegno e manipolazione di immagini (Draw) e alcuni moduli e strumenti di utilità . È disponibile nelle varianti a 32 e 64 bit per Windows, OS X, Linux e moltissime altre piattaforme: si tratta infatti di un software open source, ed è possibile scaricarlo e compilarlo su un’ampia varietà  di architetture software e hardware.

La Document Foundation, che ne coordina lo sviluppo, ha deciso di celebrare questo nuovo rilascio incrementando il numero di major release: la suite ha raggiunto la versione 5.0, a cui presto sono seguiti un paio di aggiornamenti dedicati principalmente alla risoluzione di qualche inevitabile bug. Nel momento in cui scriviamo l’ultima release è la 5.0.3 , che rende attivo per default nella versione Windows il supporto al rendering OpenGL, se l’hardware video lo supporta e i driver sono aggiornati. In caso di problemi, questa nuova opzione può comunque essere disabilitata raggiungendo la finestra Strumenti/Opzioni.

Il pannello Stili e formattazione di Writer mostra ora l'anteprima dell'aspetto degli stili; una soluzione semplice per velocizzare la scelta dello stile più adatto.

Il pannello Stili e formattazione di Writer mostra ora l’anteprima dell’aspetto degli stili; una soluzione semplice per velocizzare la scelta dello stile più adatto.

Nonostante il salto di versione il nuovo LibreOffice non rappresenta una rivoluzione, quanto piuttosto il punto d’arrivo di una lunga e lenta maturazione. I software di LibreOffice hanno subito molti aggiornamenti e migliorie, ma la struttura di base è rimasta sostanzialmente immutata: questa è certamente una buona notizia per gli utenti storici del programma, ma d’altro canto non aiuterà  LibreOffice a conquistare nuovi fan. L’interfaccia dei vari moduli della suite è infatti sostanzialmente la stessa da molto tempo, ed è ricalcata su quella di Micro­soft Office fino alla versione 2003, prima cioè dell’avvento della barra multifunzione (Ribbon). Quando Microsoft lanciò Office 2007 molti utenti trovarono la nuova interfaccia poco flessibile, e alcuni ancora oggi la sopportano a stento. Quindi non deve stupire che una parte del pubblico di LibreOffice ne apprezzi l’impostazione vagamente rétro, che offre notevoli vantaggi in termini di flessibilità : tutte le barre di strumenti possono essere visualizzate o nascoste, e perfino personalizzate modificando la posizione e la visibilità  dei singoli pulsanti di comando.

Calc supporta in modo più completo le funzioni di formattazione condizionale di Excel: finalmente mostra le barre dati sia a colori pieni sia con gradienti.

Calc supporta in modo più completo le funzioni di formattazione condizionale di Excel: finalmente mostra le barre dati sia a colori pieni sia con gradienti.

Ma Microsoft ha deciso di passare al Ribbon per tentare di risolvere un effettivo problema di sovraffollamento delle toolbar e dei menu, sovraffollamento che rendeva complessa l’individuazione delle funzioni. E anche se la soluzione scelta dalla società  di Redmond può non piacere, il problema esiste e interessa anche i programmi di LibreOffice. In questo caso gli sviluppatori hanno imboccato una strada diversa, aggiungendo alle toolbar superiori un pannello laterale contestuale, che mostra cioè le funzioni e le impostazioni rilevanti in base all’oggetto selezionato o alla funzione scelta. L’approccio è molto interessante ed efficace, anche se il suo sviluppo è ancora un po’ troppo limitato: non di rado si finisce comunque per cercare le funzioni nella lunghissima sequenza di pulsanti che compone la doppia fila di strumenti della toolbar principale, o peggio ancora nelle intricate ramificazioni del menu. La maggior parte delle funzioni più complesse e avanzate è controllata da finestre di dialogo separate, spesso difficili da richiamare e utilizzare: un difetto per la verità  esibito anche dalla suite Microsoft. Dal punto di vista estetico LibreOffice è piacevole, e nell’ultima versione l’organizzazione degli strumenti di alcuni moduli è stata leggermente migliorata.

Il set di icone di default è gradevole e intuitivo, gli strumenti sono bene organizzati e gli elementi grafici sono moderni; notevoli sono anche le opzioni di personalizzazione, che comprendono nuovi set di icone e una funzione per modificare lo sfondo della toolbar superiore con i temi utilizzati anche dal browser Firefox.

Il nuovo strumento di ritaglio delle immagini, interamente gestito via mouse, ci è sembrato molto efficace e intuitivo.

Il nuovo strumento di ritaglio delle immagini, interamente gestito via mouse, ci è sembrato molto efficace e intuitivo.

Da qualche anno ormai, i software e i servizi di produttività  guardano sempre più attentamente all’integrazione tra moduli stand alone, che vivono e lavorano unicamente sul Pc locale, e servizi basati sul Web, che invece consentono l’accesso tramite il browser. Da questo punto di vista, LibreOffice deve fare ancora molta strada: è stata annunciata una versione online della suite, ma al momento non è disponibile ancora nulla per il pubblico. Lo stesso vale per le versioni dedicate ai sistemi operativi mobile: Microsoft offre da tempo ottime App per Android, iOS e Windows Phone, e nella nuova release 2016 offrirà  anche funzioni di editing collaborativo in tempo reale, simili a quelli disponibili già  da tempo con la suite online Google Docs. LibreOffice, invece, propone a oggi soltanto un visualizzatore per Android con funzioni sperimentali di editing. Queste caratteristiche possono essere essenziali per alcuni utenti, ma del tutto ininfluenti per molti altri: non tutti, infatti, devono lavorare sui documenti in mobilità , oppure utilizzare le funzioni di modifica concorrente via Web. In molti casi è più indicato il tradizionale sistema delle revisioni (che LibreOffice implementa in modo molto efficace), mentre la condivisione può essere automatizzata tramite un servizio di cloud storage.

La nuova versione del word processor Writer offre alcune novità  degne di nota: molto apprezzabile è la funzione di ritaglio delle fotografie via mouse (condivisa anche con gli altri programmi della suite), che semplifica moltissimo l’inserimento di immagini nei documenti ed evita di doversi appoggiare a un software esterno. Lo strumento di autocorrezione consente di creare sostituzioni personalizzate ed è preconfigurato per inserire una notevole varietà  di Emoji, il diffuso sistema per aggiungere al testo piccoli elementi grafici. Molto utile è anche l’anteprima degli stili disponibili, nel pannello Stili e Formattazioni della barra laterale. Inoltre, è migliorata la già  ottima compatibilità  con il formato dei documenti di Microsoft Word: ora Writer preserva anche l’evidenziazione e l’ombreggiatura dei testi durante l’importazione e l’esportazione dei documenti di Word.

Le novità  più importanti sotto il profilo dell’interoperabilità  sono quelle presenti in Calc: il foglio di calcolo di LibreOffice, infatti, è ora in grado di aprire e visualizzare correttamente anche le celle con formattazioni condizionali avanzate, come per esempio le barre dati. Manca ancora, invece, il supporto dei grafici Sparkline, una delle novità  introdotte da Excel 2013. È aumentata anche la compatibilità  con la biblioteca delle funzioni di Excel, anche se la copertura non è ancora completa. Impress e Draw, infine, hanno migliorato alcuni controlli relativi alla selezione dei colori tramite menu a tendina, e hanno subito un riordino delle barre degli strumenti.

La novità  in assoluto più significativa di LibreOffice 5 è però, con ogni probabilità , il notevole miglioramento dei filtri di importazione ed esportazione dei documenti di Microsoft Office. LibreOffice è poi in grado di gestire moltissimi altri formati, anche poco comuni oppure obsoleti: per esempio, può aprire anche in ambiente Windows i file della suite Apple iWork (Pages, Numbers e Keynote), seppure con qualche limitazione, oppure può convertire vecchi documenti di Lotus 123 o Microsoft Works. Se è vero che la compatibilità  con Office non è ancora completa, il livello raggiunto è oggi tale da consentire un’interoperabilità  senza problemi in quasi tutte le circostanze. Il problema più rilevante riguarda le macro: Libre­Office, infatti, offre un suo linguaggio di scripting, potente e completo ma non compatibile direttamente con quello di Microsoft. Chi ha sviluppato macro per automatizzare parte del flusso di lavoro dovrà  necessariamente convertirle a mano per poterle utilizzare con la suite della Document Foundation.

Nel complesso LibreOffice 5 conferma quanto di buono mostrato dalle versioni precedenti, e migliora ulteriormente sotto l’aspetto più cruciale per il suo successo: l’interoperabilità  con lo standard del settore, Microsoft Office. È una soluzione eccellente per chi non vuole legarsi a un prodotto proprietario; degna di nota è la notizia dell’accordo siglato con il Ministero della Difesa italiano per la migrazione a LibreOffice di oltre 150.000 postazioni, a cui seguirà  l’adozione dello standard Odf per tutti i documenti creati. Così come la pubblica amministrazione, anche le aziende e i privati hanno ottimi motivi per cercare una soluzione aperta con cui gestire i loro documenti; molte software house stanno puntando con sempre maggiore decisione verso un modello di business ad abbonamento che mal si sposa con le esigenze di archiviazione e accessibilità  a lungo termine.

LibreOffice è una suite matura, stabile e facile da personalizzare; la sua interfaccia è tradizionale, e potrebbe confondere a causa dell’elevato numero di funzioni visualizzate: l’aggiunta delle barre laterali è un ottimo sistema per concentrare l’attenzione solo sugli strumenti più importanti, ma serve ancora un po’ di lavoro per includere tutte le funzioni utili nei vari contesti. La Document Foundation segnala che il lavoro di ottimizzazione ha portato a un incremento delle prestazioni dei vari componenti della suite; anche se il miglioramento è difficile da quantificare, la sensazione soggettiva è quella di un software sempre reattivo: i tempi di caricamento biblici del vecchio OpenOffice sono solo un ricordo del passato. Ma oggi anche gli strumenti di produttività  si stanno spostando sempre di più verso il Web e le piattaforme mobile, ed è questa la prossima sfida che attende la Document Foundation per rimanere al passo con i concorrenti.
Dario Orlandi
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LibreOffice 5.0.3

Gratuito

+ PRO
Suite stabile e matura
Ottima compatibilità  con Microsoft Office
Ergonomia migliorata

– CONTRO
Nessuna integrazione con servizi Web
Non permette l’editing collaborativo in tempo reale
Scarsissimo supporto per i dispositivi mobile

Produttore: The Document Foundation, https://it.libreoffice.org