La notizia è stata data da Yahoo! la scorsa settimana: Geocities, un pezzo di storia del web, a fine anno cesserà di esistere.
Chi ha qualche anno di Internet alle spalle ricorderà sicuramente il servizio di web hosting gratuito creato a metà degli anni 90 e che all’apice della sua popolarità , nel 1999, venne acquisito da Yahoo! per oltre 3 miliardi di dollari.
GeoCities permetteva a chiunque, senza disporre di particolari competenze tecniche, di creare e gestire una pagina web personale, classificando queste ultime per “Neighborhoods” (ovvero per distretti, cioé aree tematiche, ad esempio i siti di fantascienza, di cinema, ecc.)
Difficile dire un numero esatto di quante pagine web ospitesse Geocities, ma al culmine del successo si parlava di oltre tre milioni di siti.
Ora con la decisione di terminare il servizio, si pone il problema di non perdere un patrimonio informativo e, perchè no, un pezzo importante della storia di Internet. Così il sito Archive Team, specializzato nel backup dei dati, attraverso il suo canale IRC ha lanciato un appello e si è messa al lavoro per fare un mirror di Geocities, il più possibile completo.
Milioni di file, se pur delle dimensioni di poche decine di kilobyte, sono stati “grabbati” come si dice in gergo informatico in sole 48 ore, tanto da far dire con orgoglio al responsabile di Archive team nel suo blog “che tutto ciò che era stato pubblicato su Geocities dal 1999 a oggi è stato salvato”. Con certezza oltre 200.000 siti i cui dati sono stati replicati sotto altri domini. Per chi avesse una pagina web su Geocities l’invito è naturalmente a farsi un backup perché non è detto che qualcun altro lo faccia al posto vostro.
La parabola di Geocities è il simbolo del tramonto di un’era di Internet soppiantata dall’avvento dei blog e dei social network che offrono spazio a volontà per pubblicare pagine e interagire con altri utenti sul web.
La decisione di Yahoo! se pur legittima, è stata comunque comunicata un po’ in sordina, rimandando per giunta a dopo l’estate, ogni dettaglio su come salvare i propri dati. E a quanto sembra l’azienda non pare intenzionata a fornire strumenti di back-up, se non invitando i propri utenti a passare ai suoi servizi di web hosting a pagamento.