Ci sono vari segnali che fanno sperare in una rapida apertura del mercato europeo a un modello unico di licenza per i brani musicali on line, senza dover corrispondere ogni volta i proventi del copyright ad una società collettrice diversa a seconda del Paese di provenienza dell’autore.
La commissaria responsabile della concorrenza nell’Unione Europea, Neele Kroes, ha infatti ben accolto la decisione della società francese SACEM (l’analoga della nostra Siae) di voler sviluppare, previo consenso delle altre società collettrici del diritto d’autore presenti in Europa, un modello di licenza unica europea per i rispettivi repertori, non più basato su una gestione esclusiva dei diritti d’autore in ciascun paese.
Finora il mercato della musica on line in Europa si è sviluppato relativamente poco rispetto agli Stati Uniti (che da soli fanno il 50% del fatturato del comparto che è pari a 3,7 miliardi di dollari) anche perché in ogni nazione ci sono regole diverse in materia di gestione del copyright.
Negli anni si è assistito al proliferare di tanti siti fotocopia in ogni nazione europea, ciascuno con accordi specifici in essere con la società che gestisce il diritto d’autore in quel paese. L’esempio più illuminante è iTunes di Apple: oggi gli utenti non possono scaricare i brani se non dal sito iTunes del paese di appartenenza e in alcune nazioni dell’est Europeo come Bulgaria, Slovenia e Polonia non è neppure possibile acquistare musica da uno dei siti del network musicale di Apple.
La grossa novità , citata anche dalla commissaria Neele Kroes, è che Apple sarebbe pronta a rilasciare un’unica versione di iTunes, accessibile da tutti paesi europei, con un modello di licenza comune.
Lo stesso ha dichiarato l’etichetta EMI che si è detta disponibile a offrire i suoi titoli musicali con una licenza unica in tutta Europa.
A questo punto la palla passa alle società collettrici del diritto d’autore.
Già lo scorso luglio 2008 la Commissione Europea aveva intimato le 24 agenzie nazionali di smettere con il sistema di contratti in essere che consentiva di remunerare gli artisti solo attraverso la corrispondente società collettrice del paese di origine dell’autore. Sebbene le 24 agenzie nazionali siano state ritenute colpevoli di violazione delle norme antitrust, la Commissione allora non aveva imposto loro nessuna sanzione. Ma adesso, viene proprio da dire, è ora di cambiare musica.