La maturità e flessibilità dei sistemi di gestione dei contenuti (Content Management System o Cms, spesso Open Source) come WordPress o Drupal ha reso inutile per alcune applicazioni “sviluppare per il Web” in senso stretto, cioè scrivere più o meno da zero codice sorgente per creare servizi online. Basta conoscere a fondo le caratteristiche del Cms scelto, compito a volte tanto complicato quanto programmare ma di tutt’altra natura, per fare tutto quello che serve.
Ci sono però numerosi altri casi in cui scrivere codice è inevitabile. Rientrano in questa categoria i siti in cui l’aspetto estetico e l’interazione avanzata con l’utente sono requisiti essenziali e quelli in cui bisogna svolgere calcoli molto pesanti o utilizzare librerie particolari, non integrate nei Cms normali.
In situazioni del genere configurare e modificare quei programmi, col rischio di dover ripartire da zero a ogni loro aggiornamento, potrebbe essere più complicato della realizzazione di un’applicazione dedicata.
Quando questo avviene essere già un programmatore esperto aiuta, ma meno di quanto si potrebbe pensare. Un’applicazione o servizio che vive all’interno di un browser, dai blog all’home banking e ai giochi online, ha vincoli molto diversi da quelli che si dovrebbero rispettare con software nativo per questo o quel sistema operativo. Questa differenza di fondo si ripercuote anche sulle relative procedure e ambienti di sviluppo.
La creazione di interfacce utente con modalità grafiche, tanto per fare un esempio, trascinando pulsanti, menu e altri elementi nelle posizioni desiderate è meno sofisticata (quando è possibile) che negli ambienti di sviluppo integrati per desktop. Librerie come jQuery permettono di aggiungere un menu a tendina in un sito in pochissimo tempo, ma per farlo si deve comunque scrivere codice in un editor di testo, sapendo esattamente dove metterlo e come verrà influenzato dalla struttura della pagina Html che lo contiene o dal suo foglio di stile Css.
Marco Fioretti
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