La nuova versione della più nota distribuzione desktop conferma molti pregi (e qualche difetto): amichevole e ben rifinita, ha una personalità forse troppo spiccata.
Ogni sei mesi Canonical rilascia una nuova versione di Ubuntu, probabilmente la più conosciuta distribuzione Linux per i computer desktop. Ad aprile, secondo le attese, è arrivata quindi la release 14.04. Il ciclo di sviluppo così rapido, adottato ormai da molti anni, ha in parte mitigato le attese: le novità di ogni nuovo rilascio di solito sono poche e di portata contenuta.
L’ultima rivoluzione è stata il passaggio all’interfaccia Unity, ormai tre anni or sono; da allora gli sforzi degli sviluppatori si sono concentrati sull’evoluzione di questo ambiente. L’accoglienza ricevuta da Unity, infatti, non è stata del tutto positiva, ma gli sviluppatori di Ubuntu hanno proseguito per la loro strada e migliorato l’ambiente versione dopo versione, introducendo ogni volta novità interessanti. Come vedremo, anche questa release ha in serbo qualche miglioramento degno di nota. Ubuntu 14.04 in ogni caso non è un aggiornamento come gli altri: è marchiato infatti con l’acronimo Lts, che significa Long Term Support.
Già da tempo, Canonical garantisce che una versione ogni quattro (cioè una ogni due anni) possa godere di un supporto a lungo termine, con aggiornamenti dedicati al nuovo hardware e patch di sicurezza per un periodo di ben cinque anni dalla data di rilascio. Ciò significa da un lato che questa è la release ideale per chi vuole installare Ubuntu su computer destinati alla produttività , e dall’altro che probabilmente verrà adottata da un pubblico più vasto rispetto agli aggiornamenti normali, poiché ormai le precedenti versioni Lts stanno diventando obsolete.
Ubuntu 14.04 potrebbe sembrare la versione delle promesse disattese: molte delle più importanti novità su cui sta lavorando Canonical erano previste proprio per questa release, ma per un motivo o per l’altro non sono state implementate. I due esempi più eclatanti riguardano il display server Mir, destinato a rimpiazzare il sistema X Window ma ancora molto lontano dal debutto (le ultime stime prevedono che possa diventare il server grafico di default non prima del 2016), e l’edizione Ubuntu Touch, dedicata a smartphone e tablet, anch’essa in notevole ritardo rispetto alle previsioni iniziali.
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