A sorpresa Google sta sviluppando una piattaforma per i micropagamenti delle notizie on line, che sarebbe destinata a essere fruibile da tutti i siti e non solo dalle property di Google, e molto probabilmente non solo in ambito editoriale.
Il progetto trapela da un documento scritto da Mountain View alla Newspaper Association of America che ha incaricato una serie di start-up tecnologiche di studiare un sistema che permetta la remunerazione delle notizie pubblicate sui siti Internet degli editori. E Google naturalmente è stata chiamata in causa, nonostante i rapporti non proprio idilliaci con l’editoria che vede come fumo negli occhi il suo servizio di ricerca Google News.
Nel documento la società di Mountain View parla dello sviluppo di un’ecosistema per i micropagamenti, che preveda l’abbonamento a più siti di notizie, come anche diverse forme di accesso ai contenuti a pagamento, basate su diversi livelli di fruibilità degli stessi e con la possibilità di indicizzare i contenuti premium nel search di Google. .
“Crediamo che una Internet aperta possa portare vantaggi a tutti, utenti ed editori” commentano da Mountain View, ma “aperto non significa gratis”.
” I contenuti su Internet possano essere distribuiti con diversi modelli di business, di cui uno è anche quello a pagamento, in abbonamento”.
Una svolta storica per quello che è stato il principale fautore e pioniere di un utilizzo gratuito dei principali servizi web?
“La pubblicità on line continua a essere secondo noi, la principale forma di guadagno per Internet, anche per i siti degli editori, ma ciò non toglie che un modello di news a pagamento possa affiancarsi e rappresentare un fonte di profitti aggiuntiva.” sostengono da Mountain View.
Il sistema di micropagamenti allo studio, e che sarà disponibile entro il prossimo anno, si baserà sulla piattaforma già esistente di Google Checkout, adottata da decine di milioni di acquirenti in 140 paesi diversi e che funziona un po’ come PayPal (le informazioni relative ai sistemi di pagamento vengono memorizzate in un account, a cui si accede con password e userid). L’idea è rendere questa piattaforma più flessibile rispetto ai micropagamenti che, notoriamente, per le commissioni che i merchant pagano sulle carte di credito, mal si prestano a essere processati con queste ultime.
Google ha pensato a un sorta di aggregazione degli acquisti effettuati su più siti nel tempo, in modo da accumulare pagamenti che vanno da pochi cent a diversi dollari.
Il rischio di frode o di insolvenza sarebbe controllato da Google ponendo dei limiti personalizzati al credito di ciascun utente, basandosi sui comportamenti di acquisto pregressi e sulla capacità di spesa dei singoli in base agli acquisti effettuati con carta di credito.