Per quanto concerne gli altri operatori italiani, Telecom Italia è al lavoro su un servizio analogo a quello di Vodafone. Il Tim Wallet sfrutta una Sim Nfc e una applicazione per dispositivi Android: permette di caricare fonti di credito di vario tipo, anche se in un primo tempo sarà disponibile la sola prepagata di Intesa San Paolo (Visa). Il servizio è già attivabile in via sperimentale nella città di Milano, ma dovrebbe essere esteso da qui all’estate. Identiche a Vodafone Wallet le modalità operative pratiche: il tetto di 25 euro definisce la soglia sotto la quale il pagamento contactless non richiede l’inserimento di Pin di conferma, mentre l’app mobile prevede funzioni di monitoraggio realtime del proprio conto.
Concentrata nella zona di Milano è anche la sperimentazione di Poste Italiane, che fornisce una propria Sim Nfc preconfigurata con carta prepagata PostePay. In questo caso, quindi, la relazione tra operatore mobile e istituto di credito è ancora più stretta.
3 Italia, infine, è invece attiva con una sperimentazione di pagamenti contactless in mobilità svolta in collaborazione con Bnl.
iBeacon: mobile commerce oltre il pagamento
Tra tutti i nomi citati nelle pagine precedenti spicca certo un’assenza, quella di Apple. La casa di Cupertino sinora si è mossa con circospezione nel settore di pagamenti in mobilità , ma ha comunque mosso le sue carte preparandosi per un ingresso ponderato in questo mercato quanto mai affollato.
Al centro di questa strategia potrebbe esserci una tecnologia ancora poco conosciuta presso il grande pubblico: iBeacon. Con questo termine si identifica un sistema di localizzazione indoor basato su Bluetooth Low Energy; gli iBeacon (letteralmente, fari, o boe), sono trasmettitori attivi a bassa potenza e corto raggio che possono comunicare la propria presenza a un dispositivo predisposto, ad esempio un cellulare, permettendo di definire la posizione del dispositivo stesso con una precisione inferiore al metro.
Uno smartphone che riceve segnalazione da un iBeacon può determinare la propria distanza dal sensore; la piattaforma prevede infatti tre gradi di approssimazione: immediatamente vicino (qualche centimetro), vicino (1-2 metri) e lontano (superiore ai 7-10 metri). Grazie a questo sistema, un’applicazione residente sullo smartphone può percepire quando il terminale entra o esce da un’area, abilitando una serie di applicazioni location based con precisione molto superiore rispetto ai classici sistemi Gps o basati sulle reti cellulari o sulla triangolazione Wi-Fi.
Grazie ad iBeacon, un esercizio commerciale può notificare un cliente che passa nei pressi del punto vendita sulle nuove promozioni, segnalare sconti e lanciare pubblicità mirata. Non solo: potendo monitorare la posizione del cliente anche all’interno del negozio, è in grado di analizzare il comportamento del cliente, e di proporgli di conseguenza iniziative personalizzate. In un certo senso, iBeacon introduce nel mondo reale gli equivalenti di alcuni strumenti tipici dell’e-commerce, come i cookies, i carrelli virtuali, le sessioni e più in generale tutti quelle piattaforme di analisi comportamentale che vanno al di là dell’acquisto finalizzato.
Apple ha già implementato alcune soluzioni commerciali basate su iBeacon negli Stati Uniti alla fine dello scorso anno, presso i propri store, ma in seguito anche presso le boutique Macy’s, in alcuni stadi della Major League di Baseball e in molte altre location.
IBeacon potrebbe costituire un concorrente di Nfc anche sul fronte dei pagamenti contactless: grazie al maggiore raggio di comunicazione, le transazioni di piccolo importo potrebbero persino essere completate senza dover sfiorare il Pos, ad esempio direttamente dal tavolo di un ristorante. In quest’ottica il passaggio successivo per Apple sarà iWallet, il sistema di pagamento contactless della grande mela che dovrebbe esordire entro fine anno. È certo che il servizio sfrutterà le caratteristiche peculiari di iBeacon per integrare in un’unica piattaforma marketing e pagamenti online, ma non si sa ancora se con il prossimo iPhone Apple deciderà di integrare o meno nei propri terminali anche la tecnologia Nfc (per il momento esclusa).
Nonostante il grande appoggio da parte di Apple, iBeacon non è una tecnologia limitata ai terminali di Cupertino: qualsiasi dispositivo Android con supporto a Bluetooth Low Energy potrà implementare i medesimi servizi.
Il commercio elettronico non è l’unico campo di applicazione di iBeacon: un sistema di localizzazione indoor con sensori di questo tipo si presta naturalmente alla creazione di servizi dedicati nel campo della sanità , dei rapporti pubblica amministrazione-cittadino, del turismo e della demotica.
Sul fronte trasporti, poi, abbinare un digital wallet a una tecnologia di comunicazione a corto raggio ma con portata superiore all’Nfc permetterebbe di migliorare ancora la gestione dei tornelli, con la possibilità di accedere a terminali e banchine senza nemmeno dover estrarre il telefono dalla tasca o dalla borsa.
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