Negli Stati Uniti è stata appena annunciata una nuova tecnologia di ricerca che promette di offrire risultati più pertinenti, maggior trasparenza nell’indicizzazione dei siti e soprattutto meno spamming nei risultati. Si chiama Blekko ed è frutto di circa tre anni di studio da parte del suo fondatore (Rick Skrenta, (un passato speso a migliorare le ricerche sul web) partendo da una semplice constatazione. I tre miliardi di pagine web indicizzate da Google contengono indirizzi che non sono di alcuna utilità , ma che riescono a posizionarsi ai primi posti delle classifiche di Google grazie a un sapiente utilizzo di parole chiave strategiche e link. Come sfrondare il web di tutte queste informazioni poco pertinenti e che fanno perdere solo tempo? L’idea di Blekko è di dare agli utenti strumenti per circoscrivere i risultati a un insieme di siti “trust”, scelti dall’utente o forniti già da Blekko. Sono i cosiddetti slashtags, una declinazione dei classici tag che, applicati in coppia a ogni nuova interrogazione, restringono i risultati, ma non l’indice di ricerca, solo a un gruppo di siti sicuri. Il motore quindi indicizza sempre i circa tre miliardi di pagine web ma mostra solo i risultati ristretti a una cerchia di siti prescelti dall’utente. Siete appassionati dell’iPhone e interessati a tenervi aggiornate su nuove applicazioni? Bene potete impostare Blekko con i seguenti slashtag: iphone/review/tech. Blekko offre sia la possibilità di crearsi da soli i propri slashtag, sia di utilizzare per comodità quelli messi a disposizione su centinaia di argomenti, e organizzati in sette categorie o directory che Blekko considera prive di spam. Non solo, sempre con gli slashtag si può anche restringere la ricerca a un solo sito: se scrivo iPad/Amazon, otterrò nei risultati le versioni di ebook in vendita su Amazon.com per l’iPad; oppure si possono impostare ricerche su un solo argomento: energia eolica/ italia. L’esperienza pregressa del fondatore di Blekko nella Open Directory Project, una directory di siti web gestita da persone, avviata da Skrenta nei primi anni 90 sulla scia del successo di Yahoo!, ha sicuramente influenzato anche il progetto di Blekko, che funziona un po’ come un insieme di tanti motori verticali, solo che le aree di pertinenza dei singoli engine le può decidere l’utente.
Blekko non vuole certo far la guerra a Google, né ne ha i mezzi, ma solo mettere un po’ ordine nel web, ad esempio rendendo anche più trasparente il ranking dei dati sui siti web, un tema su cui Google è stata sempre criptica.