Il nuovo Photoshop amplia il suo già ricco corredo di tool e diventa velocissimo grazie a un motore di accelerazione rinnovato.
Anteprima di Nicola Martello
Articolo tratto da PC Professionale numero 256
La novità più appariscente di Photoshop CS6, disponibile come in passato nelle edizioni standard ed Extended, è l’interfaccia, ora scura come quella di programmi come Lightroom (bastano però pochi clic per schiarirla), ma la più significativa è “sotto il cofano”: se si dispone di una Gpu anche solo di media potenza, i miglioramenti apportati al motore di accelerazione Mercury permettono di ingrandire, ruotare ed elaborare con effetti molto pesanti (come Liquefy, Fluidifica) persino immagini di grandi dimensioni a una velocità davvero straordinaria. Spesso si riesce a lavorare in tempo reale, con un’anteprima a video del tutto fluida.
Tornando all’interfaccia, il Minibridge è stato spostato in basso; di default mostra, disposte in fila, le miniature (regolabili) delle immagini presenti nella cartella selezionata. Quasi ogni cursore ha poi un proprio Hud (Heads-Up Display) quindi è possibile, ad esempio, tenere sotto controllo il numero di pixel di uno spostamento o l’angolo di una rotazione senza distogliere lo sguardo dall’immagine.
Adobe ha rivisto il classico strumento Crop (Ritaglio): il posizionamento del rettangolo di selezione si ottiene spostando l’intera immagine sottostante. Inoltre si può far comparire una griglia regolare, conforme alla regola dei terzi oppure con le proporzioni auree. Ancor più importante, l’intervento non è distruttivo, quindi si può ridefinire il ritaglio in qualunque momento. Le funzionalità di salvataggio sono state potenziate con il Background save (salvataggio in background) e l’Auto Save (salvataggio automatico). La prima effettua un salvataggio progressivo continuo della figura in corso di elaborazione: in questo modo l’operazione di salvataggio finale sarà molto rapida anche nel caso di immagini di grandi dimensioni. L’Auto Save invece è un salvataggio completo temporizzato (di default scatta ogni 10 minuti) e il suo obiettivo è di prevenire, in caso di crash del programma, la perdita del lavoro fatto dal momento dell’ultimo salvataggio manuale.
Il nuovo filtro Adaptive Wide Angle consente di eliminare le distorsioni ottiche tipiche degli obiettivi grandangolari. L’automatismo non è molto efficace e di solito conviene procedere a mano.
Chi lavora molto con i livelli apprezzerà la possibilità di filtrarli in base ad alcune caratteristiche come il tipo, il nome e la modalità di sovrapposizione. Nuovo è poi il livello dedicato agli oggetti vettoriali come linee e sagome, che consente rapide operazioni di base: applicazione di bordi e campiture, raggruppamento e sottrazione. Completamente inedito è il tool Perspective Crop (Ritaglio prospettiva), che raddrizza le foto deformate dalla prospettiva. Il suo impiego è molto semplice: si disegna un trapezio in corrispondenza dei riferimenti che dovrebbero formare un rettangolo e il software raddrizza l’inquadratura. Peccato che il filtro elimini le zone esterne al trapezio iniziale, un problema non trascurabile quando i riferimenti sono disposti in una piccola parte dell’immagine. Un’altra novità è il filtro Adaptive Wide Angle, che dovrebbe correggere le distorsioni ottiche causate dall’obiettivo (il dato viene recuperato dei dati Exif associati all’immagine). Usiamo il condizionale perché nelle nostre prove i risultati dell’automatismo sono stati deludenti, sia nell’eliminazione della distorsione sia nel ritaglio finale dell’immagine elaborata. Si può però intervenire anche a mano, dapprima tracciando linee (o riquadri) di riferimento sui dettagli che il software dovrà far diventare rettilinei. Dopo questo primo passo, si ruotano i riferimenti per farli diventare orizzontali o verticali e ottenere così l’immagine con una prospettiva esente da distorsioni. Il filtro purtroppo non mostra una griglia di riferimento, che farebbe molto comodo durante la rotazione delle linee, ma tenendo premuto tasto Shift si può attivare lo snap verticale o orizzontale. In definitiva, con un po’ di lavoro manuale si possono ottenere ottimi risultati.