Gli applicativi consumer di Adobe sfoggiano nuove interfacce, più semplici da usare e adatte sia ai principianti sia agli esperti.
Anteprima di Nicola Martello
Photoshop Elements e Premiere Elements, arrivati di recente alla versione numero 11, sono le due soluzioni di Adobe per il mercato consumer. Dedicato al fotoritocco il primo e al video editing il secondo, sono in vendita sia separatamente sia in un bundle che non solo è più conveniente dal punto di vista economico, ma offre anche una minima integrazione tra i due software (sostanzialmente l’aggiornamento automatico di un’immagine inserita in un progetto di Premiere quando la si salva dopo il ritocco in Photoshop). Sia Photoshop Elements sia Premiere Elements hanno come compagno il modulo Organizer, un tool di gestione delle foto e dei video dotato di semplici strumenti per il ritocco fotografico di base.
Il rinnovato Organizer non fa distinzioni tra foto e video e raccoglie entrambe le tipologie di file nella scacchiera dell’interfaccia principale, in cui ciascun elemento appare sotto forma di diapositiva, con alcune informazioni base: la data, le stellette di gradimento e un paio di icone relative ai volti individuati e alle chiavi collegate. L’ordinamento dei file può essere ottenuto per data o in base ai tag associati. Come tradizione di Organizer, è disponibile anche una Timeline dove i gruppi di foto vengono raggruppati per data di scatto a appaiono come rettangoli disposti lungo la linea temporale.
L’importazione degli elementi multimediali in Organizer è molto veloce nel caso delle foto, ma piuttosto lenta con i video. La differenza di tempo è dovuta all’analisi che il software compie per ogni elemento importato, al fine di individuare le caratteristiche di base come la nitidezza, il bilanciamento cromatico e la presenza di volti. Nel caso delle foto l’esame è quasi istantaneo, con i video richiede parecchi secondi e, naturalmente, più è lungo il clip maggiore è il tempo necessario per l’analisi. I risultati dell’esame sono memorizzati sotto forma di tag che poi consentono di selezionare velocemente gli scatti più nitidi, quelli che inquadrano persone e così via. Terminata l’importazione, il programma suggerisce un raggruppamento delle foto con inquadratura molto simile. L’utente può modificare le associazioni non soddisfacenti ma deve approvarle una per una, operazione che può essere lunga e noiosa quando le foto simili sono numerose.
In questa edizione Adobe ha semplificato molto la grafica dell’interfaccia di Organizer: ora le icone sono più grandi e intuitive, e i menu sono di un grigio chiaro; il tutto risulta decisamente più arioso rispetto ai programmi professionali che da tempo prediligono tonalità scure. In alto al centro dello schermo si trovano adesso quattro grossi pulsanti: Oggetti multimediali, Persone, Luoghi, Eventi. Il primo provoca la visualizzazione dell’intera libreria, mentre gli altri permettono di selezionare categorie specifiche. In basso, sulla sinistra, sono allineati i tasti che attivano le sezioni dedicate all’assegnazione dei nomi ai volti, della località di scatto e degli eventi (queste ultime due categorie sono nuove). Nel primo caso il programma evidenzia i volti e l’utente deve attribuire a ciascuno di essi l’identità relativa, nella seconda si devono trascinare le foto e i video su una cartina geografica (quella di Google Maps), in corrispondenza del luogo di scatto o di ripresa. Nella terza, infine, il programma raggruppa le immagini e i video per data e l’utente può accettare o modificare questo suggerimento, assegnando un nome rappresentativo (una festa di compleanno, un viaggio, una vacanza e così via). In tutti i casi le operazioni sono molto semplici e intuitive grazie a interfacce chiare e ben studiate, capaci di mettere a proprio agio anche i principianti.
Photoshop Elements 11
Anche Photoshop Elements 11 sfoggia la nuova interfaccia, con colori chiari e icone di immediata interpretazione. Il programma ora prevede tre modalità d’uso, attivabili con altrettanti pulsanti: Rapida, per l’applicazione automatica dei filtri di base; Guidata, per lavorare accompagnati passo per passo dal programma; Esperti, per accedere a tutti gli strumenti. Anche la struttura dei pannelli è cambiata, sempre nell’ottica di una semplificazione dell’interfaccia: adesso di default tutti i riquadri sono chiusi e l’utente può aprirli con un clic sulle relative icone allineate alla base dell’area di lavoro. Da notare che il pannello retrattile con le opzioni dello strumento attivo ora si trova nella parte inferiore dello schermo, una posizione che può infastidire chi è abituato a trovare in alto queste regolazioni.
Le novità nella sezione filtri comprendono vari effetti fotografici; segnaliamo in particolare quelli per simulare la ridotta profondità di campo delle fotocamere con piano ottico basculante, per introdurre vignettature che esaltino la visibilità del soggetto centrale, per schiarire o scurire l’intera immagine (high key o low key), e per trasformare la foto in un disegno al tratto con diversi stili grafici. Tutti sono facili da applicare e da regolare: ad esempio, con la versione precedente del programma per applicare una vignettatura era necessario impostare una selezione, creare una maschera e infine applicare una sfumatura ai bordi.
Adesso basta un clic: al resto pensa il software. Per di più è possibile confrontare l’immagine originale e quella ritoccata facendole apparire affiancate e alternandole rapidamente scorrendo la rotella del mouse. Adobe ha migliorato anche la gestione delle Azioni e il processo di scontorno, adesso più preciso e guidato da un wizard molto chiaro. Troviamo le ultime novità nella sezione di stampa, costituite da nuovi layout e nuovi template, come per esempio quello che inserisce nel foglio più foto disposte in maniera casuale. Photoshop Elements dimostra la sua versatilità quando si passano in rassegna i numerosi strumenti già disponibili nella versione precedente.
Giusto per fare qualche esempio, la maschera di ritaglio mostra le guide della regola dei terzi, della sezione aurea oppure di una griglia generica. L’applicazione dei filtri è possibile anche solo su una parte dell’immagine, selezionata in precedenza tramite una maschera personalizzabile. Ancora, l’utente può stirare o schiacciare una foto senza modificare i soggetti principali. Basta evidenziare in maniera grossolana con un pennello le parti da conservare ed eventualmente con pennello separato quelle da cancellare; poi si trascinano i lati della foto e il software applica la trasformazione in tempo reale. Citiamo anche il Pennello Avanzato, che in un colpo solo seleziona l’area di colore simile a quella in corrispondenza del cursore del mouse e applica una trasformazione grafica a scelta (è utilissimo, ad esempio, per esaltare le tonalità della vegetazione o colorare in azzurro un cielo smorto).
Premiere Elements 11
Nel caso di Premiere Elements, Adobe non solo ha adottato i colori chiari della nuova versione ma soprattutto ha abbandonato la struttura grafica della versione precedente, derivata da quella di Premiere Pro. Quest’ultimo è un software professionale molto apprezzato anche nel settore televisivo e in quello cinematografico, ma che impiega un’area di lavoro piuttosto ostica per chi si avvicina al video editing. Con l’edizione 11 Adobe ha rivisto in maniera radicale il flusso di lavoro all’interno Premiere Elements, portando al centro l’anteprima video, nascondendo le funzioni in pannelli retrattili e introducendo le due modalità Rapida ed Esperti. Con la prima, pensata per i principianti e per chi ha fretta, il montaggio avviene con pochi e semplici passi: si trascinano i clip video nello Storyboard alla base dello schermo, se necessario se ne correggono i colori con i filtri automatici o con i preset, si aggiungono eventualmente le transizioni e i titoli e poi si esporta il progetto. Chi vuole lavorare ancora meno può ricorrere ai preset di montaggio automatico, più numerosi in questa edizione, ma i risultati raramente soddisfano. In ogni caso tutte le operazioni sono molto semplici e gli strumenti da usare sono facilmente rintracciabili e accessibili con uno o due clic. Chi ha un po’ più di esperienza può usare la modalità Esperti: lo Storyboard cede il posto alla Timeline ed è possibile sia utilizzare il set completo di filtri sia impostare i key frame. In altre parole, gli strumenti della vecchia edizione di Premiere ci sono ancora tutti, nonostante la nuova interfaccia semplificata.
Purtroppo questa release ancora non prevede un’edizione nativa a 64 bit né il supporto del codec 5.1; in compenso troviamo la possibilità di effettuare le regolazioni cromatiche tramite miniature colorate di esempio, oltre che con i vecchi (e comodi) cursori. Nelle nostre prove abbiamo apprezzato la regolazione Vividezza, che rende più ricchi i colori senza mai saturarli troppo. Nuovi sono anche alcuni stili cromatici, raccolti sotto la voce Aspetto film, che consentono di imitare la resa delle pellicole e di introdurre dominanti e contrasti tipici dei film di genere, come i thriller e le commedie romantiche. Totalmente nuovo è il modulo Modifica tempo, dedicato al cambio di velocità di parti del video. Qui è possibile definire i punti iniziale e finale dei tratti in cui intervenire, con tanto di accelerazione e decelerazione. L’impostazione della nuova velocità è molto semplice, basta trascinare un cursore su cui sono segnate le diverse velocità ottenibili. Peccato che la generazione dei nuovi fotogrammi avvenga solo per fusione di quelli originali e non sia prevista un’interpolazione vera e propria. Per creare montaggi graficamente più originali adesso è possibile cambiare la modalità di fusione di due video sovrapposti, come consentono di fare i software di fotoritocco con le immagini statiche. Infine, ora è disponibile l’esportazione diretta su Vimeo, che si affianca al salvataggio su YouTube e facebook consentito dall’edizione precedente.
Tra gli strumenti già disponibili nella release passata citiamo una versione molto semplificata del motion tracking derivato da After Effects, che consente di agganciare un elemento grafico a un oggetto che si muove nell’inquadratura. Il sistema permette di creare con pochi clic scene divertenti, facendo ad esempio seguire una persona da un fumetto o una freccia (nella libreria Clip Art sono disponibili numerosi elementi grafici adatti). Perché l’effetto funzioni è però necessario che le parti da inseguire siano ben distinte dallo sfondo, inoltre quest’ultimo deve essere quasi immobile. Premiere Elements 11 supporta l’effetto chroma key; i risultati che fornisce sono sorprendentemente buoni, anche lasciando lo strumento in modalità totalmente automatica. Se dovesse rimane un alone colorato intorno al soggetto scontornato, si può agire su un parametro apposito per farlo sparire. La qualità finale si avvicina molto a quella di software professionali.
Per l’authoring troviamo una libreria con menu interattivi, suddivisi per categoria, completi di menu e sottomenu. La qualità grafica è molto elevata e le possibilità di personalizzazione complete. Per esempio si può scegliere tra sfondo animato o statico, impostare una musica di accompagnamento, nonché posizionare e dimensionare a piacere i tasti (che possono avere miniature animate o fisse). Premiere è in grado di esportare il progetto in diversi formati: da Dvd Web (un file Flash completo di menu interattivi in stile Dvd Video) a Blu-ray, passando per Dvd, Avchd e file Mp4 per cellulari, lettori multimediali portatili e per siti Web. •