Torniamo ad occuparci di privacy, citando ora uno studio condotto a livello internazionale – i cui risultati sono stati resi di recente – che si è focalizzato sulla riservatezza degli utenti durante l’uso di Skype: la ricerca, infatti, avrebbe messo in evidenza come la privacy delle persone che scrivono con una tastiera, durante una chiamata sulla piattaforma, non sarebbe protetta.
Lo studio è stato pubblicato negli ultimi tempi su “arXiv” e ha messo in evidenza come, tramite la registrazione (e la successiva analisi) dei suoni causati dalla digitazione tramite le tastiere di computer fissi e portatili, degli hacker siano in grado di comprendere quali frasi la stessa vittima abbia digitato, anche senza conoscere il suo “modo” di scrivere tramite il computer.
Il suono dei tasti, infatti, svelerebbe il modello di tastiera utilizzato dalla persona spiata: analizzando quindi questi suoni tramite un’intelligenza artificiale addestrata ad hoc (magari proprio sullo stesso modello di tastiera) è possibile stabilire con una precisione davvero incredibile ciò che sia stato digitato dall’utente “spiato”.
La ricerca ha coinvolto l’Università degli Studi di Padova, la Sapienza di Roma e la University of California.