Twitter ancora una volta preso d’assalto da account falsi provenienti dalla Russia che mirano a influenzare le sorti della politica occidentale.
Quando pensiamo a forme di campagna elettorale portate avanti sui social network che influenzano le masse non possiamo non ricordare la polemica avvenuta per l’elezione di Donal Trump alle presidenziali Usa del 2016, ma evidentemente non è un caso isolato. Infatti, stando alle notizie giunte qualche ora fa sono stati individuati almeno 29 account falsi che sostenevano la Brexit e in questo modo, con estrema facilità, influenzavano anche la politica inglese.
Profili con tantissimi followers, seguaci, che utilizzavano hashtag a favore della Brexit, contro l’islam, con un marcato linguaggio razzista. E’ facile capire come l’opinione pubblica sia stata influenzata da questi profili autorevoli ma falsi in quanto i tweet legati alla Brexit risultano essere stati condivisi centinaia di volte.
In virtù di questo una riflessione non può mancare: i social muovono le masse e influenzano, tuttavia è difficile capire con quali intenzioni lo si fa se a emettere contenuti sono profili governati da persone a volte subdole che scelgono di nascondersi dietro un falso nome. In che direzione ci stiamo muovendo? I patron dei social network che misure adotteranno? La rete è una grande community e rappresenta in maniera più vasta e interconnessa la realtà, tuttavia ciò che spaventa è la sua ambiguità e possibilità di nascondere e mimetizzare. Influenzare per degli obiettivi. Mentre spesso l’opinione pubblica non è altro che un insieme di burattini che eseguono le azioni di un progetto voluto da qualcun altro, parte di uno spettacolo che finisce, quasi sempre, senza applausi.