Cyberpunk 2077 è un gioco oggettivamente incompleto, e CD Projekt RED ha evidentemente preferito distribuire una “bozza” dell’RPG progettato in origine per le console di precedente generazione concentrandosi soprattutto sulla versione PC. Ora anche i gestori delle piattaforme dedicate prendono posizione, anche se i danni economici al business dello sviluppatore polacco dovrebbero essere minuscoli.
Dopo le lamentele sui bug, l’instabilità, la grafica mediocre e gli asset che compaiono e scompaiono in tempo reale rovinando completamente l’immersione nel mondo di gioco, CD Projekt aveva deciso di concedere il rimborso a tutti gli utenti di PS4 e Xbox One. La mossa non è andata particolarmente giù a Sony, che ha confermato sì i rimborsi ma ha deciso di rimuovere Cyberpunk 2077 dalla distribuzione del PlayStation Store.
A memoria d’uomo, è la prima volta in assoluto che una produzione videoludica del calibro di Cyberpunk 2077 viene “censurata” nella distribuzione digitale su console. Segno dello stato a dir poco pietoso del gioco, e della politica disastrosa con cui CD Projekt ha deciso di gestire la cosa. Per quanto riguarda Xbox (One), Microsoft ha confermato l’intenzione di rimborsare l’acquisto ma non ha al momento in programma di rimuovere Cyberpunk 2077 dal suo store digitale.
Visto internamente dagli uffici di CD Projekt, il progetto Cyberpunk 2077 è fin qui un disastro ma non un insuccesso totale. Anzi: secondo le fonti interne all’azienda, l’RPG fantascientifico next-gen ha già venduto più di 15 milioni di copie (compresi gli 8 milioni di preordini) garantendo allo studio un bel po’ di milioni per gli anni a venire.
I coder, che evidentemente conoscevano lo stato del gioco per console, hanno però accusato il management di aver gestito il lancio e lo sviluppo di Cyberpunk 2077 in maniera quasi distopica. E’ a dir poco ipocrita, dicono i dipendenti arrabbiati di CD Projekt, che un gioco basato sulle megacorporazioni sia passato per deadline irrealistiche, periodi di ultra-lavoro obbligatori e tutte le altre pratiche tipiche della letteratura di genere.