Lo confesso: non ci avrei scommesso un centesimo, Invece Microsoft ripristinerà il menu Start. A inizio aprile la società di Redmond ha mostrato alcune delle novità che ha in serbo per la prossima versione di Windows, e una di queste novità è proprio un redivivo menu Start. Quando arriverà ? Diamo per scontato che sarà presente in Windows 9, la cui data ufficiale di rilascio non è ancora stata comunicata (ma cadrà probabilmente nel corso della prima metà del 2015).
Il nuovo menu Start potrebbe però arrivare ancor prima, con un ulteriore aggiornamento di Windows 8 (Windows 8.2?) sul quale circolano voci sempre più insistenti. Un’occhiata attenta alla schermata in alto permette di notare che il prossimo menu Start non sarà una semplice copia di quello presente in Windows 7, ma conterrà anche alcune Live Tiles, i riquadri animati dell’interfaccia Modern. Dalla stessa immagine emerge un’altra novità : in futuro sarà possibile far girare le App sul desktop di Windows, in finestre ridimensionabili. Nulla di rivoluzionario, intendiamoci: l’utility ModernMix di Stardock, un software commerciale che costa meno di cinque dollari, già oggi lo permette ma – a parte il risparmio – è senz’altro preferibile che funzionalità del genere siano integrate nel sistema operativo.
Cos’altro ci porterà Windows 9? Microsoft per ora tiene la bocca chiusa, e bisogna accontentarsi delle voci di corridoio. Si parla di una versione di Windows 9 addirittura gratuita, ma senza il desktop; la versione completa rimarrebbe a pagamento, e potrebbe essere sbloccata tramite Windows Anytime Upgrade senza bisogno di reinstallare tutto. Non ci sembra un’ipotesi campata in aria: in fondo Microsoft ha già annunciato che Windows diventerà gratuito per i telefoni e i tablet con schermo non superiore a 9″. E anche un Windows gratuito potrebbe rivelarsi una fonte di reddito, grazie all’acquisto di applicazioni nello Store.
Un’altra voce sempre più insistente parla di un cambio radicale del modello di vendita: sulla scia di Office, Windows 9 potrebbe essere offerto in abbonamento oltre che con la formula tradizionale della licenza d’uso perpetua. Per le grandi aziende di fatto è già così, e visto il successo riscosso da Office 365 anche questa non ci sembra un’ipotesi assurda.
Maurizio Bergami