Capita fin troppo spesso che un programma non risponda ai comandi, oppure che rimanga attivo in memoria anche dopo averne chiuso la finestra principale. La causa è di solito un errore di programmazione. Windows si è dotato nel corso degli anni di strumenti capaci quasi sempre di identificare i processi che “non rispondono” e di forzarne la chiusura. Se questo sistema di protezione automatico non dovesse avviarsi, basta richiamare la finestra di Gestione attività (per esempio con la combinazione di tasti Ctrl+Maiusc+Esc), selezionare il processo da chiudere, fare clic destro e scegliere la voce Termina processo nel menu contestuale.
Ci sono però occasioni in cui non si vuole o non si può passare attraverso l’interfaccia grafica, per esempio se si sta sviluppando un software (e quindi lo si vuole chiudere velocemente durante la fase di debugging) oppure se si vuole terminare un processo da uno script batch. Se si conosce il nome esatto del processo, la sintassi è semplicissima:
[symple_box color=”red” text_align=”left” width=”100%” float=”none”]
tskill <nome_del_processo>
[/symple_box]
Il comando chiude definitivamente il processo indicato, senza ulteriori richieste di conferma. La lista dei processi attivi può essere richiamata tramite il comando tasklist; sfruttando la concatenazione dei comandi tramite pipe (|), si può anche filtrare l’elenco per visualizzare solo i processi corrispondenti a una stringa specifica. La sintassi del comando è:
[symple_box color=”red” text_align=”left” width=”100%” float=”none”]
tasklist | find “<nome_del_processo>”
[/symple_box]
In questo caso, basta specificare una parte del nome, senza alcun carattere jolly. Esiste, infine, un comando di chiusura che permette di indicare soltanto una parte del nome e agisce su più processi: è taskkill, con la forma:
[symple_box color=”red” text_align=”left” width=”100%” float=”none”]
taskkill /f /im <nome_del_processo>
[/symple_box]