Redmond si impegna a ripristinare i PC basati su Windows 10 rimuovendo le patch potenzialmente incompatibili, mentre sull’“obsoleto” Windows 7 sono ora disponibili le API grafiche più moderne.
Microsoft si dimostra ancora una volta ben consapevole dei problemi causati agli utenti dagli aggiornamenti ossessivo-compulsivi di Windows 10, un sistema operativo offerto “come servizio” che ha però la tendenza a scatenare disastri e disservizi a non finire per utenti e aziende. La corporation ha ora implementato un nuovo meccanismo di “ripristino” dell’OS, teoricamente in grado di eliminare gli update incompatibili con il sistema senza l’intervento diretto dell’utente.
Un nuovo documento di supporto pubblicato sul network di Microsoft descrive infatti una procedura attesa al debutto con Windows 10 1903, prossimo mega-aggiornamento dell’OS-come-servizio che avrà la capacità di rimuovere le patch incompatibili nel caso in cui ci fossero problemi a completare la fase di avvio di Windows.
Ripristinata (augurabilmente) la fase di boot, Microsoft si incaricherà di mettere in moratoria gli aggiornamenti incompatibile per 30 giorni – periodo nel quale la corporation e i partner di terze parti dovranno analizzare il codice per identificare l’origine del problema prima di ripristinare la distribuzione delle patch.
La rimozione automatica degli aggiornamenti fallati riguarderà solo quelli capaci di influenzare l’avvio del sistema, ma non per questo il resto degli update di Windows 10 non necessiterebbe di una fase di testing un po’ più robusta: di recente gli utenti dell’OS-come-servizio hanno sperimentato problemi di prestazioni con alcuni giochi di ultima produzione (Destiny 2 e non solo), Microsoft ha prima consigliato la rimozione manuale dell’update responsabile (KB4482887) e ha poi risolto (almeno si spera) con una nuova patch (KB4489899) inclusa nel Patch Tuesday di marzo.
Stante la situazione testé descritta, per Microsoft sarà dura convincere una parte consistente degli utenti di Windows 7 a installare Windows 10: lo storico OS uscirà presto dal periodo di supporto esteso, e Redmond ha tutta l’intenzione di “invogliare” l’utenza all’upgrade con un nuovo “avviso di cortesia” periodico che verrà mostrato su schermo a partire dal prossimo mese di aprile.
Sorprende, in tal senso, un’altra decisione della corporation statunitense che risulta alquanto insolita: Microsoft ha “retro-portato” i componenti user-mode delle DirectX 12 (in particolare le Direct3D 12) su Windows 7, permettendo agli appassionati di World of Warcraft di godere di prestazioni sensibilmente superiori anche fuori da Windows 10. Il supporto delle D3D 12 su Windows 7 dovrebbe in seguito arrivare anche su altri giochi, ha conferma Microsoft, anche se per godere al meglio di un’esperienza 3D “ottimizzata” sarà comunque necessario usare l’ultima release di Windows 10 sostiene la corporation.