Secondo quella che è ormai diventata una tradizione, anche quest’anno Microsoft ha aggiornato Windows 10 con il nuovo feature update di primavera, che si inserisce nel ciclo di sviluppo semestrale seguito dall’azienda di Redmond ormai da un paio d’anni. Il rilascio, previsto in origine per il 10 aprile, è stato in realtà posticipato di qualche settimana a causa di un bug rilevante individuato dall’azienda durante gli ultimi test. Nonostante gli inconvenienti, lo scorso 8 maggio è iniziata anche la distribuzione tramite Windows Update e nel giro di qualche settimana la grande maggioranza degli utenti di Windows 10 si troverà per le mani un ambiente in parte rinnovato e sicuramente ottimizzato sotto molti punti di vista. Nelle prossime pagine troverete un resoconto dettagliato sulle novità e i cambiamenti introdotti.
La distribuzione del nuovo aggiornamento di Windows era prevista per lo scorso 10 aprile: Microsoft ha però bloccato il lancio all’ultimo minuto, a causa di una rilevazione poco tranquillizzante sul fronte della stabilità proveniente dalla telemetria integrata nelle build restate dagli utenti Insider. La release 17133, inizialmente destinata alla distribuzione, ha infatti causato un aumento apprezzabile nel numero di crash del sistema (i famigerati schermi blu); l’azienda sembra aver individuato la causa del problema e ha poi rilasciato una nuova versione con il numero di build 17134.1.
La distribuzione avverrà, come di consueto, in ondate successive, seguendo uno schema ormai ben collaudato. Chi non volesse attendere il suo turno ha comunque diverse strade per ottenere un supporto d’installazione o per forzare l’avvio dell’update, seguendo i canali e le metodologie di aggiornamento ormai consuete. Per forzare lo scaricamento e l’applicazione della nuova versione raggiungete la pagina https://www.microsoft.com/it-it/software-download/windows10 e fate clic sul pulsante Aggiorna ora per richiamare l’assistente all’aggiornamento.
L’interfaccia del tool è rimasta sostanzialmente inalterata rispetto alle versioni precedenti, ma ora offre qualche indicazione in più sulla versione del sistema operativo in uso e su quella che sarà scaricata e installata. È un dettaglio prezioso, in particolare per chi vuole effettuare l’aggiornamento nelle primissime ore dopo l’annuncio della distribuzione del nuovo update. Il tool mostra solo il numero di versione, un’indicazione che potrebbe causare qualche confusione: oltre a una denominazione ufficiale (Fall Creators Update, April 2018 Update e così via), le release di Windows sono caratterizzate anche da una denominazione interna (Redstone 3, Redstone 4 e così via) e da un numero di versione costruito a partire dal mese e anno di rilascio presunto.
Il nuovo aggiornamento è caratterizzato dal numero di versione 1803, derivato dalle ultime due cifre dell’anno (2018) e dal mese di rilascio presunto all’inizio del ciclo di sviluppo (come si è visto, in realtà, la distribuzione è iniziata quasi due mesi dopo). È importante comprendere questi dettagli perché l’assistente di aggiornamento mostra proprio il numero di versione per indicare la release di Windows 10 installata (di solito 1709, distribuita nel settembre 2017) e quella disponibile per il download. Dopo aver verificato i requisiti hardware l’assistente scaricherà l’ultima release per poi avviare la procedura di aggiornamento; tutte le operazioni vengono svolte in modo automatico e l’utente può continuare a utilizzare il computer come di consueto fino alla conclusione della fase di download.
Una delle novità introdotte dall’April 2018 Update, a cui Microsoft sta lavorando da tempo, è la riduzione dei tempi di fermo macchina per l’applicazione dei nuovi aggiornamenti: secondo l’azienda l’intervallo medio è passato da circa 80 minuti (necessari per il Creators Update dello scorso aprile) a 30 minuti. La sensazione soggettiva che abbiamo avuto durante le nostre prove conferma in gran parte le dichiarazioni di Microsoft, anche se questa ottimizzazione è stata in parte vanificata da una velocità di scaricamento tutt’altro che brillante, probabilmente dovuta al gran numero di richieste di download registrate nelle prime ore e nei primi giorni dopo il rilascio del nuovo aggiornamento. Come abbiamo accennato, durante il download si può continuare a utilizzare il computer: il disagio dovuto al sovraccarico dei server è dunque piuttosto contenuto.
Una volta completato il primo stadio dell’applicazione dell’aggiornamento, il sistema si riavvierà e rimarrà inaccessibile per qualche decina di minuti; dopo aver concluso anche questa fase l’utente potrà riprendere il controllo del Pc e sarà accolto da una semplice pagina Web che illustrerà alcune delle novità principali presenti nel nuovo update. Anche chi vuole creare un supporto avviabile per installare Windows 10 da zero può partire dalla pagina Web https://www.microsoft.com/it-it/software-download/windows10. La strada da seguire è quella indicata dal pulsante Scarica ora lo strumento, che porterà al download del Media Creation Tool. Anche in questo caso il programma mostra ora fin dalla denominazione la versione di Windows a cui è legato: il nome del file, infatti, è MediaCreationTool1803.exe.
L’utilizzo di questo strumento è semplicissimo: la procedura guidata analizza la configurazione attuale e suggerisce le impostazioni più adatte per quanto riguarda la lingua, l’edizione e l’architettura del sistema operativo. Nel passaggio successivo si può scegliere se creare una chiavetta Usb avviabile (serve un’unità da almeno 8 Gbyte, che verrà cancellata e sovrascritta) o se invece salvare un’immagine binaria in formato Iso, da masterizzare poi su un supporto Dvd vergine. Dopo aver creato il supporto di installazione, la procedura è in gran parte immutata rispetto al passato: le uniche novità significative per chi non ha installato le ultime versioni di Windows 10 riguardano la procedura di configurazione iniziale, guidata dalla voce di Cortana e organizzata come una serie di domande a cui l’utente può rispondere anche a voce. Attraverso questa configurazione si possono impostare il layout della tastiera, le preferenze di localizzazione e una serie di importanti opzioni legate alla privacy (localizzazione geografica, telemetria, tracciamento dell’utente e così via).
È importante notare che l’installer di Windows 10 richiede un codice Product Key, ma questo passaggio può essere tranquillamente saltato da chi sta reinstallando il sistema operativo e ha associato la licenza a un account Microsoft: basta infatti completare l’installazione e inserire i dettagli di autenticazione del Microsoft Account per far sì che Windows riconosca e ripristini automaticamente la licenza memorizzata. Chi non vuole passare all’azione per aggiornare il suo sistema operativo ha comunque iniziato a ricevere l’ultima versione tramite Windows Update a partire dall’8 maggio. Come in passato, l’April 2018 Update è distribuito in ondate successive; la proposta di aggiornamento potrebbe arrivare dopo qualche giorno, o addirittura qualche settimana rispetto alla data iniziale. (… continuate a leggere sul numero 327 di PC Professionale)