L’ennesimo appello dei colossi tecnologici all’amministrazione Trump evidenzia i rischi della guerra dei dazi per il business dei videogiochi, con effetti negativi sul valore economico del mercato ma anche sui posti di lavoro.
L’industria tecnologica continua a far sentire la propria voce contro la guerra dei dazi scatenata da Donald Trump contro la Cina, una contesa economica che vorrebbe far schizzare alle stelle le tariffe sulle importazioni dal paese asiatico. E che danneggerebbe in maniera significativa anche il business dei videogiochi su console dedicate, denunciano i big player di settore.
Microsoft, Nintendo e Sony hanno infatti inviato una lettera allo United States Trade Representative (USTR), evidenziando i rischi dei dazi sulle importazioni cinesi per il mercato dei videogiochi e chiedendo “rispettosamente” che Washington escluda le console dedicate dalla lista dei prodotti considerati per le nuove tariffe.
L’industria videoludica americana genera un volume di affari annuo di 43,4 miliardi di dollari (nel 2018), sottolineano i tre principali produttori di console videoludiche dedicate, con una crescita del 20% rispetto al 2017 e 200.000 lavoratori impiegati in maniera diretta e indiretta. Due case americane su tre ospitano un videogiocatore, dice la lettera congiunta, ed è su questo ricco mercato che i nuovi dazi Trumpiani finiranno per abbattersi in maniera inesorabile.
Microsoft, Nintendo e Sony stimano che un incremento del 25% sul costo delle console impediranno a un gran numero di clienti di fare acquisti durante le prossime vacanze natalizie, con una perdita di profitti netti stimata in $350 milioni; per chi acquisterà una nuova console nonostante tutto, si prospetta invece una spesa di $840 milioni in più rispetto al regime pre-dazi.
Molti posti di lavoro verranno messi a rischio, continua la missiva congiunta, e l’intero settore degli sviluppatori di terze parti subirà un contraccolpo. Gli sforzi dell’Amministrazione Trump nella difesa della proprietà intellettuale sono apprezzabili, dicono i produttori, ma con i dazi sulle console la leadership tecnologica americana verrà danneggiata invece che uscirne rafforzata.