Mentre l’America di Donald Trump brucia e le proteste contro la brutalità della polizia infiammano le città al grido muto di “I can’t breathe”, l’iniziativa spaziale statunitense può vantare un nuovo risultato storico. SpaceX, la space company di Elon Musk dalle ambizioni a dir poco sconfinate, è riuscita nell’impresa di lanciare una coppia di astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale in orbita nell’atmosfera terrestre.
Una società (privata) americana che lancia un razzo-vettore dal suolo americano con una capsula che ospita due astronauti americani. Per la prima volta in dieci anni, dopo il ritiro dello Shuttle e del programma Space Transportation System (STS) nel 2011, l’agenzia spaziale NASA può ora fare a meno di “chiedere un passaggio” ai russi e alle loro capsule Soyuz per il viavai da e verso la ISS.
La missione Expedition 63 è infatti partita a bordo di un razzo vettore Falcon 9, alla sommità del quale era collegata una capsula Dragon specificatamente pensata per il trasporto di astronauti umani verso l’atmosfera. Finora i lanci dal deserto del Kazakhstan a bordo delle Soyuz costava 86 milioni di dollari. L’impiego dell’hardware di SpaceX permetterà a NASA di risparmiare qualche decina di milioni di dollari a viaggio.
La missione Demo-2 di SpaceX era pensata come dimostrazione concreta della capacità della space company di trasportare gli astronauti verso la ISS, ed è stata un successo su tutta la linea. Il primo stadio del razzo Falcon 9 si è staccato ed è atterrato sano e salvo su una chiatta galleggiante per un riutilizzo futuro, mentre la capsula Dragon è attraccata senza problemi al portello della ISS 19 ore dopo il lancio.
Come prevedibilmente sottolineato dai cinguettii ossessivo-compulsivi del POTUS Trump, il risultato raggiunto da SpaceX ha valenza storica ed è solo l’inizio di un futuro ricco di promesse. NASA ha intenzione di incrementare la collaborazione con le compagnie spaziali private, mentre dal punto di vista di Elon Musk la vetrina concessa dall’agenzia permetterà, in un futuro non troppo lontano, di “vendere” biglietti milionari per i viaggi spaziali ai turisti più facoltosi.