La pandemia di COVID-19 ha fatto crollare gli spettatori nelle sale e AMC ha già fatto sapere che non sarà in grado di resistere ancora per molto. Una delle più grandi catene di sale cinematografiche al mondo si è già indebitata per arrivare a fine 2020, e nel 2021 i soldi necessari per evitare la bancarotta ammontano a $750 milioni.
Warner Bros. è, tra le major di Hollywood, quella che ha deciso di seguire l’approccio più aggressivo per affrontare la crisi dei cinema decidendo di trasmettere i film del 2021 in streaming contemporaneamente all’uscita nelle (poche) sale ancora aperte. Una decisione che è stata accolta in maniera negativa dal regista Christopher Nolan, e che ora sta in sostanza provocando una vera sollevazione all’interno di chi il cinema lo “fa” per davvero, invece di limitarsi a finanziarlo.
Sulla stessa posizione di Nolan si è infatti schierato Denis Villeneuve, il regista di Dune che se la prende con AT&T e la sua decisione di sacrificare Warner per il proprio tornaconto finanziario. La megacorporazione statunitense ha un debito spaventoso e sta provando a fare cassa con lo streaming, dice Villeneuve, ma non ha il minimo rispetto né amore per il cinema in quanto tale.
Anche altri protagonisti dell’industria hanno espresso il loro disappunto, e la paura che dopo la mossa di Warner/AT&T tutto possa cambiare – in peggio. L’agenzia di talent CAA (Creative Artists Agency), e il sindacato dei registi DGA (Directors Guild of America) sono andati anche oltre, minacciando mosse legali perché lo streaming di HBO Max contemporaneo all’uscita in sala violerebbe i rapporti contrattuali dei rispettivi membri con Warner Bros.
Anche Nolan ha circostanziato ancora il suo pensiero, dicendo che la mossa di Warner non danneggia semplicemente i grandi nomi come lui ma tutte le maestranze, gli artigiani e i lavoratori del cinema. La decisione di AT&T danneggia le “persone normali”, spiega il regista, ed è stata presa da gente che non ha la minima idea di come funzioni la filiera delle produzioni cinematografiche.