Presentato ufficialmente lo scorso luglio, Surface Go non è esattamente un sistema che brilla per le prestazioni o per le sue caratteristiche tecniche esclusive. Il tablet 2-in-1 di Microsoft monta una CPU Intel a basso consumo energetico, e stando alle indiscrezioni emerse in questi giorni tali consumi sarebbero potuti essere persino inferiori se Redmond avesse seguito il piano originario di adottare l’architettura SoC di ARM.
Le indiscrezioni arrivano da Paul Thurrott, noto “insider” di tutto quanto fa Microsoft, e dicono che l’ultimo Surface economico di Redmond avrebbe in origine dovuto montare i chip Snapdragon prodotti da Qualcomm per offrire un miglior bilanciamento tra le performance e la durata della batteria. Intel avrebbe alla fine convinto Microsoft, non si sa di preciso con quali mezzi (anche economici) e argomentazioni, a utilizzare la CPU x86 Pentium Gold 4415Y.
Una ipotetica versione di Surface Go con CPU/SoC ARM avrebbe fatto girare il software per computer x86 grazie al layer di emulazione sviluppato da Microsoft in questi anni, anche se al momento al tecnologia non garantisce prestazioni ottimali ed è limitata al supporto delle applicazioni a 32-bit. Il Surface Go ARM avrebbe quindi sofferto di problemi di (scarse) performance ancora maggiori di quelli che caratterizzano il dispositivo finale con CPU Intel Pentium.
Quale che sia la verità sui retroscena emersi grazie allo scoop di Thurrott, lo scenario dei “PC” basati su chip ARM potrebbe nel prossimo futuro mutare radicalmente: Microsoft starà certamente lavorando per migliorare l’emulazione per il software x86, e le ultime anticipazioni rese pubbliche da ARM parlano di nuove microarchitetture a 7nm e oltre in grado, sulla carta, di rivaleggiare o addirittura superare le potenti CPU Intel (almeno quelle a basso consumo) in potenza.