Nella disputa tra Amazon ed Apple che anima in questi giorni le aule dei tribunali americani, alla fine pare avere avuto la meglio Amazon. Apple infatti è stata riconosciuta colpevole dal giudice distrettuale Denise Cote della corte di Manhattan, di aver violato le leggi federali sull’antitrust, accordandosi con cinque dei maggiori editori americani per far aumentare i prezzi degli ebook ed eliminare nello stesso tempo la competizione sui prezzi praticati nel mercato retail.
L’accusa mossa ad Apple è stata di aver pilotato il mercato degli ebook insieme a un gruppo di editori scontenti dei prezzi troppo bassi praticati da Amazon nel Kindle Store. Non è un mistero che i 9,90 dollari praticati da Amazon su ogni titolo ebook siano sempre stati considerati troppo poco rispetto al costo della versione rilegata del libro, e una tale discrepanza tra il costo della versione digitale e quella cartacea non andava proprio giù agli editori. Apple avrebbe sfruttato questo malcontento convincendoli a far salire i prezzi da una media di 9,99 dollari a 12,99 o 14,99 dollari, danneggiando così Amazon.
Le due aziende, Apple e Amazon, hanno sposato due modelli di business diversi per gli ebook: Amazon segue il cosiddetto modello wholesale, acquista i titoli all’ingrosso e poi li vende sul Kindle Store a prezzi più bassi, imponendo quindi il prezzo agli editori, per invogliare anche le persone a comprare il suo lettore di ebook, il Kindle.
Apple invece fin dall’inizio ha lasciato liberi gli editori di decidere liberamente il prezzo nell’iBookStore, trattenendo il 30% di commissione sugli ebook venduti. L’inflluenza di Apple sui cinque più importanti editori (Lagardere Hachette Book Group, News Corp’s HarperCollins Publisher LLC, Pearson Pic’s Penguin Group, CBS Corp’s Simon & Schuster e Varlagsgruppe MacMillan) sarebbe stata così forte da convincerli ad aumentare i prezzi del 18% a totale discapito di Amazon e dei lettori. “Il verdetto della corte è una vittoria per tutti gli utenti che hanno scelto di passare all’ebook”, ha commentato Bill Baer, capo della divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia americano, “e si rifletterà sicuramente sui prezzi dei titoli ebook”.
Apple da parte sua ha fatto saper di voler ricorrere in appello “Non abbiamo mai cospirato per fissare il prezzo dei libri” spiega un portavoce dell’azienda, “quando introducemmo l’iBookStore nel 2010, rompemmo di fatto un monopolio di Amazon sull’editoria digitale, creando più competizione e opportunità anche per i consumatori”.
Ma come oggi ricorda l’agenzia stampa Reuters nel riportare la notizia, Apple non è nuova ad accuse del genere: in Europa c’è stato un identico procedimento giudiziario che però ha visto i principali editori patteggiare una multa di 166 milioni dollari. Ora il Dipartimento di Giustizia americano dovrà decidere che provvedimenti prendere: si parla di bloccare per due anni il cosiddetto agency model di Apple e di impedire alla società per i prossimi cinque anni di concludere contratti se non con la clausola di offrire i prezzi più bassi praticabili sul mercato. Amazon intanto tace e si gode la vittoria.