Dopo una battaglia legale durate tre anni, Anthony Levandowski ha finalmente ammesso di essere colpevole del furto di segreti industriali sulla tecnologia della guida autonoma di proprietà di Waymo. Quando era ancora dipendente della sussidiaria di Alphabet, l’ingegnere ha fatto copia di un bel po’ di file riservati prima di approdare a Uber in seguito all’acquisizione della sua società specializzata in autocarri governati dalla IA (Otto).
Quarant’anni, una carriera brillante nella tecnologia per la guida autonoma, Levandowski si è dichiarato colpevole del “furto” di 14.000 file di proprietà di Waymo/Google/Alphabet, un “tesoro” di dati contenente informazioni piuttosto sensibili (e segrete) come i piani commerciali di Waymo, le misurazioni e le tecnologie della corporation.
Levandowski era già stato costretto a dichiarare bancarotta dopo l’ordine ricevuto da una corte di pagare 179 milioni di dollari come compensazione a Waymo, mentre la decisione di dichiararsi colpevole del furto di segreti industriali comporterà la decadenza delle altre 32 accuse mosse nei suoi confronti.
L’ingegnere ex-Waymo (ed ex-Uber) rischia ancora di passare fra i 24 e i 30 mesi in galera e di pagare una multa da $250.000 (più $750.000 per le spese legali di Waymo), ma stando al suo avvocato Miles Ehrlich l’ammissione di colpevolezza permetterà a un “giovane uomo dall’enorme talento” di contribuire in modo proficuo (e si spera legale) allo sviluppo della tecnologia per la guida autonoma.