In attesa che le mirabolanti promesse dell’automotive di nuova generazione, IA e Internet-dipendente diventino una realtà concreta per tutti, i veicoli ad alto contenuto tecnologico già su strada continuano a rappresentare un problema più che un vantaggio. Honda è (ancora una volta) della partita, con un richiamo di oltre 600.000 vetture e il rischio, concreto, di provocare danni alla salute fisica delle persone.
In particolare, sono più di 608.000 i veicoli interessati dalla campagna di richiamo di Honda sul territorio statunitense. I proprietari di furgoni e SUV Honda possono verificare direttamente la questione sul sito dell’azienda, mentre i modelli coinvolti includono Odyssey 2018-2020, Passport (2019-2020), Pilot (2019-2021).
I difetti identificati da Honda includono sia l’hardware che il software di bordo, e non sono certo problemi da prendere alla leggera. I proprietari di vetture della casa nipponica potrebbero ritrovarsi con il display del contachilometri che non è più in grado di mostrare correttamente la velocità o la pressione dell’olio, telecamere posteriori malfunzionanti e persino portiere che non si chiudono correttamente e rischiano di aprirsi mentre il veicolo è in movimento.
Gli interventi di riparazione saranno a quanto pare gratuiti, e richiederanno in larga misura l’installazione di aggiornamenti software in officine specializzate o la sostituzione delle parti malfunzionanti. Honda non è nuova a questo genere di operazioni: già nel 2018 l’azienda fu costretta a richiamare 232.000 Accord per un problema software.