Google Cardboard
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Se Oculus VR ha socchiuso le porte della realtà virtuale, Google Cardboard le ha spalancate. La chiave del suo successo, che per la prima volta ha reso la realtà virtuale “pop”, è il prezzo: non era più necessario un costoso visore, ma un semplicissimo kit fai-da-te composto da un foglio di cartone presagomato e un paio di lenti. Con una manciata di euro era (ed è) possibile costruirsi un visore per la realtà virtuale che funzionava grazie allo smartphone. E grazie all’apposita app, che divideva lo schermo in due dando all’utente una visione stereoscopica 3D. Il classico uovo di Colombo che ha reso la realtà virtuale facilmente accessibile a tutti i possessori di uno smartphone. In questi anni Google ha venduto oltre 15 milioni di visori Cardboard (e un numero imprecisabile di modelli compatibili di terze parti o prodotti promozionali), ma il successo è andato via via scemando nel tempo, tanto che a novembre 2019 il colosso di Mountain View ha reso open source l’SDK della piattaforma.