Il cloud gaming di Google Stadia avrebbe dovuto rivoluzionare il mondo, e invece il servizio di streaming di Mountain View già vivacchia nella speranza di sopravvivere quantomeno alla bufera del COVID-19 e arrivare vivo al prossimo autunno. Le cose sarebbero potute andare diversamente, sostiene il CEO di Take-Two Interactive Strauss Zelnick, se Google non avesse esagerato con le promesse sulle caratteristiche effettive del suo nuovo servizio.
Take-Two è il colosso a cui si devono blockbuster videoludici del calibro di Grand Theft Auto e Red Dead Redemption, e la corporation è attivamente impegnata a supportare Stadia sin dal lancio. Un lancio che, ammette Zelnick, è stato “lento” a causa delle promesse eccessive fatte da Google. Di conseguenza, i clienti che hanno testato il servizio sono stati delusi.
Google aveva ad esempio promesso di poter garantire un frame rate da 60fps a una risoluzione 4K effettiva, mentre la realtà dei fatti è come noto molto diversa. Come tutti i servizi di streaming, la qualità delle trasmissioni di Stadia dipende dalla connessione a Internet usata dall’utente. E di certo non aiuta il fatto che ogni gioco, su Stadia, va acquistato separatamente prima di poter fruire del suddetto streaming.
Take-Two supporterà Stadia finché il modello di business continuerà ad “avere un senso”, ha svelato Zelnick, ma forse è l’intero concetto di cloud gaming a non avere questo gran futuro davanti a se. La platea delle persone interessate ai videogiochi che non vogliono comprare una console dedicata (o un PC) è probabilmente molto più ridotta rispetto a quanto strombazzato dai promotori del cloud a tutti i costi, suggerisce l’ad.